Emergenza carceri. A Regina Coeli tra sovraffollamento e carenze igienico sanitarie

Il garante dei detenuti Angiolo Marroni: “Situazione intollerabile”

ROMA – Solo sulla carta il Centro Diagnostico e Terapeutico di Regina Coeli è una struttura di rilievo nazionale. In realtà, fra sovraffollamento, fatiscenza e carenze igienico-sanitarie la situazione rischia di avere, a breve, sviluppi potenzialmente drammatici.
 
E’ quanto denuncia il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni in una lettera inviata al Presidente della Regione Renata Polverini e ai vertici del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e della Asl Rm A.
 
Il Centro Diagnostico e Terapeutico di Regina Coeli è una struttura detentiva che dovrebbe erogare assistenza sanitaria di qualità superiore rispetto a quanto accade nelle carceri. E’ per questo che al Centro vengono assegnati, con sempre più frequenza, detenuti con patologie complesse provenienti da tutta Italia.
 
«A fronte di tali obiettivi – ha scritto Marroni – la struttura non è in grado di assicurare gli standard sanitari minimi previsti dalla legge, nonostante i lavori di manutenzione eseguiti. Le maggiori criticità si riferiscono, infatti, allo stato degli ambienti comuni e delle singole celle, che anche a causa delle condizioni strutturali non assicurano livelli igienico-sanitari sufficienti ad ospitare persone con patologie gravi».
 
Una carenza rilevante, questa, considerando il fatto che una struttura ospedaliera, anche se posta all’interno di un carcere, dovrebbe garantire un elevato livello di igiene contro possibili germi patogeni, conseguibile con misure di pulizia e disinfezione compiute da personale qualificato. «A Regina Coeli – afferma il Garante – queste operazioni sono invece affidate ai detenuti/pazienti e ai “piantoni’ per gli spazi comuni, per di più con l’insufficienza di prodotti detergenti e disinfettanti per l’igiene personale e collettiva. Si converrà sul fatto che se tali carenze sono ingiustificabili per normali ambienti detentivi, esse sono inaccettabili per un luogo destinato alla cura e ricovero».
 
Fra le altre criticità segnalate dal Garante, la carenza di personale ausiliario/ sanitario e la scadente qualità del cibo distribuito.
 
Secondo Marroni, l’insufficiente presenza di infermieri fa si che «l’aiuto per i bisogni fondamentali dei detenuti con gravi deficit motori o visivi sia demandata al “detenuto-piantone” che non ha specifiche conoscenze in materia e in nessun modo può essere considerato un sostituto dell’operatore socio-sanitario qualificato». Il vitto, invece, oltre ad essere insufficiente per quantità e qualità, «troppo spesso non riesce neanche a tener conto delle diverse necessità alimentari dei pazienti detenuti, per le singole e specifiche patologie e relative prescrizioni mediche».
 
Per questi motivi, il Garante ha invito i suoi interlocutori istituzionali (Regione, Asl e Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria) «ad affrontare con decisione e in modo globale le problematiche del CDT di Regina Coeli in considerazione della specificità della sua destinazione a Centro Clinico in un complesso afflitto da gravi carenze strutturali e da sovraffollamento, nonché da insufficiente dotazione di personale sanitario e penitenziario».
 
«E’ indubbio – ha concluso Marroni – che per la gestione di un tale Centro Clinico sono necessari ambienti idonei e personale appropriato e quindi adeguate risorse economiche, in mancanza delle quali risulta difficile garantire il fondamentale diritto alla salute della popolazione detenuta».

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