Ricerca.Il governo dei professori smantella quella pubblica

ROMA-I ministri Fornero e Catania si preparano ad applicare la “spending review” sopprimendo gli enti pubblici di ricerca vigilati dai loro dicasteri: ISFOL (lavoro e politiche sociali), CRA (agricoltura), INEA (economia agraria) e INRAN (alimenti e nutrizione).

 

Intanto il Presidente del Consiglio non firma un atto dovuto come il DPCM contenente l’assunzione di centinaia di ricercatori e tecnici vincitori di concorso presso l’ISS, l’ISTAT, il CRA e l’ENEA, impedendo così anche l’assunzione di moltissimi precari, e quello contenente l’autorizzazione a bandire concorsi al CNR, al INFN ed altri enti.

“Se pensiamo che in Italia il settore degli Enti Pubblici di Ricerca rappresenta, dopo la Presidenza del Consiglio, il comparto più piccolo del Pubblico Impiego, ed ha migliaia di ricercatori in meno rispetto ai principali paesi europei e mondiali, le scelte che il Governo Monti sta adottando infliggono un colpo mortale all’intero sistema della ricerca pubblica”, dichiara Claudio Argentini, dell’USB P.I. .

“Non esiste giustificazione a questi atti – denuncia il rappresentate USB – anche perché tutto ciò va di pari passo con i miliardi regalati alla ricerca delle imprese, da cui viene un ottavo dei brevetti depositato dalla Francia, ed i finanziamenti destinati alle fondazioni private, delle quali non si conosce la produttività”.

“Ma se il Governo dei professori ha deciso, come per tutti i settori pubblici, di ridurre ai minimi termini il sistema degli Enti Pubblici di Ricerca, USB non starà a guardare. Da giorni ha indetto lo stato di agitazione del personale ed ha attivato le procedure per lo sciopero del comparto. Intanto – conclude Argentini – giovedì 24 maggio saremo in presidio davanti a Montecitorio, in difesa degli enti a rischio soppressione e per incontrare i parlamentari e convincerli a non dare seguito a queste politiche ”.

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