Ferrari e Alonso, Italia e Spagna sconfiggono la Germania. La tragica comicità di Berlusconi

Hockenheim,  Land Baden – Württemberg, terra di Germania. Sale sul podio il vincitore del gran premio automobilistico  uno straordinario campione, lo spagnolo Fernando Alonso che, alla guida della Ferrari ha fatto secco il tedesco Sebastian Vettel che, a casa sua non è mai riuscito a vincere.

Si levano le note dell’inno nazionale spagnolo fra gli applausi di un pubblico sportivissimo. Segue l’inno di Mameli con la squadra dei ferraristi che canta a squarciagola ed il pubblico che applaude ancora di  più. Le prime parole di Alonso  “ Fantastico vincere in Germania con una macchina italiana”. Anghela Merkel non la prenderà troppo bene. Per di più la sconfitta del pilota tedesco avviene in un land, il terzo per importanza, amministrato da una coalizione Spd-Verdi. E’ un po’ la rivincita dei “poveri” a fronte del colosso tedesco le cui scelte di politica economica portate avanti dalle tecnocrazia della unione europea, hanno disastrato paesi come la Grecia, il Portogallo, l ora la Spagna. Mentre Alonso  conquistava la pole position per le vie di Madrid e di tante città spagnole si manifestava contro le misure “lacrime e sangue” messe in atto dal governo spagnolo in cambio di un prestito da cento miliardi da parte della Ue per evitare il fallimento. E in Italia il premier Monti doveva correre a Mosca per far sì che i miliardari russi investano in Italia. Incontrava Putin, in quella  dacia frequentata da Berlusconi, anche nel tentativo di convincerlo a mollare il tiranno Assad che insanguina la Siria. Cosa non facile visti gli interessi che i russi di Putin, insieme ai cinesi hanno in quel paese.

Vedendo la “rossa” di Maranello sfrecciare in terra di Germania il pensiero non può che correre all’Italia, ai guai del nostro paese,  a Luca Cordero di Montezemolo che si affanna a mettere in piedi una associazione fatta di transfughi, forse per partecipare alle elezioni.  Già le elezioni, tragica comicità di fronte appunto all’affollarsi di possibili liste. Mentre il paese vive una crisi di dimensioni eccezionali.  Già tragica comicità perché lo “stop and go di Berlusconi” rappresenta il peggior volto della politica italiana. Un giorno annuncia che si candida, torna in pista. I sondaggi, affermano gli scriba al suo servizio, dicono che con  il cavaliere alla  testa di una lista che non si sa come si chiama, forse ha per simbolo un aquilone, è vero che più si invecchia più si torna bambini, danno Forza Italia , o come si chiamerà, attorno al 30%.

Il cavaliere smentisce “Libero”  confermando che si candida

I berluschini si spellano le mani dalla gioia, ma dentro il partito c’è chi le mani ha finito da tempo di spellarsene e vuole le primarie come era stato deciso, parola del  fido Alfano, messo lì a far la guarda al bidone dal cavaliere. Arriva il contrordine, compagni, senza compagni ovviamente, come si diceva una volta. I sondaggi quasi all’unisono smentiscono  i risultati degli scriba. Siamo fra il 18 e il 20%. La sconfitta è sicura. Il cavaliere lo sa ma pensa che tornando a guidare la li prima o poi avrà un nome, può farsi valere se si formasse una larga coalizione con a capo ancora Monti, Perciò bisogna operare per una riforma elettorale che non faccia vincere nessunoper ricorrere ad un governo politico con alla testa un tecnico e con lui in primo piano. Ma la cosa non sembra poiter andare in porto. L’Udc mette un paletto difficile da far saltare. Il Pd non  vuole neppure sentirne parlare. Allora arriva lo stop. Lo scrive Libero: “ Scherzi da Silvio, non si candida più”. Lo dice anche il sindaco di Roma che sostiene le primarie e, dopo aver incontrato il cavaliere a Palazzo Grazioli afferma: “Ho parlato con Silvio, non si ricandiderà per la sesta volta”. Lo stesso ex ministro Frattini, laconico: “Silvio sta valutando tutte le conseguenze “ Ma da Palazzo Graziokli arriva una nota secca:  “Il titolo e il contenuto di un articolo sul presidente Berlusconi apparsi stamani su Libero non corrispondono al vero”.  La commedia continua. Tragica perché il nostro Paese è sempre più in difficoltà. Il salva stati, fiore all’occhiello del vertice di Bruxelles di fine giugno, se va bene ridotto all’osso, potrà partire alla fine di settembre. I suo effetti , sempre se va bene, potranno farsi sentire dopo alcuni mesi. Ma la speculazione non attende.

I piani segreti di Monti e Grilli contro la speculazione

Si annuncia un agosto molto caldo con Monti e Grilli che lavorano  ad un ”piano anti-speculatori”, una specie di oggetto misterioso. Così come misteriose sono le strade che potrebbero portare ad una chiusura anticipata per il governo. Sarebbe lo stesso Monti che avrebbe posto il problema al Presidente della Repubblica. Lo scrive Scalfari nel lungo editoriale domenicale di Repubblica e riassume quello che sarebbe il pensiero del premier. A settembre siamo in campagna elettorale “ l’atmosfera peggiorerà e l’azione di governo rischierà di risultare paralizzata, come in parte sta già avvenendo.” I mercati ne approfitteranno. Non si può continuare così “senza  sapere come andranno le elezioni, chi verrà dopo Monti e con quale programma”. Benedetto Eugenio, ma come si fa a sapere prima come andranno le elezioni ?  Non ci sono parole. Solo comicità, tragica comicità. Per fortuna vince la  Ferrari di Maranello. Una “rossa”, un buon auspicio.

 

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