Aeroporto Fiumicino, un master plan per il raddoppio. Ambiente a rischio

ROMA –  Quasi in sordina gli Aeroporti di Roma hanno presentato  il Master Plan definitivo del nuovo aeroporto “Leonardo da Vinci”, per il quale sono stati sostenuti costi di progettazione per circa 5 milioni di euro.

Il nuovo scalo sarà realizzato con investimenti per oltre 12 miliardi di euro fino al 2044 (di cui 2,5 miliardi nei primi 10 anni), attivabili se il Contratto di Programma Adr verrà approvato entro il termine fissato per legge del 31 dicembre 2012.

“Una presentazione, però, avvenuta non sul territorio che verrà interessato da questa mega opera – fa notare il Presidente del ‘Nuovo Comitato Cittadino Focene’ – Massimiliano Chiodi – Per questo lancio un appello al fine di organizzare un incontro tra comitati e associazioni del territorio, residenti, amministrazione comunale e la commissione speciale del Comune. Il progetto è a forte impatto e anche i cittadini devono conoscere ufficialmente le reali intenzioni di Adr,e le garanzie che il Comune stesso intende mettere in campo. E magari, ascoltando i residenti e le esigenze locali, si potrebbe anche apportare delle modifiche al Master Plan anche alla luce di una sempre crescente crisi economica e soprattutto ai numeri che altri aeroporti internazionali riescono ad avere nonostante un numero di piste inferiore al sito in questione . Anche Focene, oltre a Fregene e Maccarese, piuttosto che Fiumicino avrà sicuramente delle ripercussioni con il futuro ampliamento del sedime aeroportuale. Per questo anche il ‘Nuovo Comitato Cittadino Focene’ è vigile e attento sull’argomento”.

Sull’argomento da anni vigila anche il Comitato Fuoripista di Fiumicino che non perdono occasione per manifestare la loro contrarietà al progetto.

Il raddoppio, infatti, avrebbe un impatto devastante:
– distruggere oltre 1300 ettari di Agro Romano ricadenti all’interno della Riserva Statale Naturale del Litorale Romano;
– edificare circa 15 milioni di metri cubi;
– espropriare, oltre a 200 civili abitazioni, un numero significativo di piccole e medie aziende agricole produttrici di eccellenze ortofrutticole;
– aumentare ulteriormente l’inquinamento acustico ed atmosferico.

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