Crisi. Arrivano le stanze dell’amore. Sesso e passione in affitto

ROMA – “Le chiamano “stanze dell’amore”. Andare ogni volta in albergo per consumare una passione occasionale o per passare un po’ di tempo con l’amante è un lusso che, in tempi di crisi, i romani non possono più permettersi”.

Infatti, arrivare a fine mese è sempre più una chimera per le fasce deboli. Così, per arrotondare, le casalinghe romane affittano la loro camera da letto a coppie di amanti apolidi. Le più intraprendenti fanno anche da “gancio”: hanno un giro di ragazze da fornire all’occorrenza ai clienti. Mi spaccio per una fidanzatina che ha la fantasia di guardare il suo uomo mentre amoreggia con un’altra e chiamo Renata (nome di fantasia), il miglior gancio di Centocelle. “Nessun problema” risponde, basta dare i soldi in anticipo, 50 euro per la stanza e altri 50 per la ragazza. L’appuntamento è a casa sua alle 18.30. Ci apre una signora 60enne un po’ trascurata, con un bambino nel seggiolone:  “E’ mio nipote – dice quasi scusandosi – lo tengo quando mia figlia è di turno al supermercato”. Dopo un po’ arriva la ragazza, si chiama Lory, una spagnola 30enne particolarmente prosperosa. È a Roma da nove mesi e non ha ancora trovato lavoro; per campare realizza collane in caucciù. Ogni tanto la chiama Renata e riesce a farsi 50 euro tutto d’un colpo. “Ci aiutiamo tra noi – dice la casalinga mentre prepara il caffè (un rito per rompere il ghiaccio) – ho tante amiche che hanno bisogno di guadagnare e  – aggiunge vantandosi un po’ – ho gente che viene da ogni parte d’Italia, un avvocato di Salerno viene ogni fine settimana”. Già, perché si è creata una comunità, niente a che vedere con il freddo sesso praticato in un albergo fuori Roma. Ma anche nel cuore della capitale c’è una zona dove si può affittare una stanza low cost: Monti, il quartiere radical chic di Roma. Ogni giorno, dalle 10 del mattino fino alle 20 di sera, via Capocci (vicino piazza degli Zingari) è costellata di  ragazze in attesa dei passanti. “Vieni?” è la domanda in codice. D’altronde, nell’antica Roma lì c’era la Suburra, quartiere malfamato con locali discutibili. Le prostitute moderne, invece, hanno un accordo con le anziane  del quartiere che mettono a disposizione la stanza. “Al numero 68 – mi dice Angela, colombiana di 35 anni (età dichiarata) – ci sono due anziane, se non mi vedi in strada, chiedi a loro”. Angela chiede 80 euro, non trattabili: “Devo anche pagare la stanza” si giustifica”.

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