Diabete, vicina la possibilità di controllare il glucosio da saliva e lacrime

Creato un nuovo biosensore in grado di rilevare il glucosio senza punture e con costi accessibili

USA – Potrebbe non essere così lontano il giorno in cui i diabetici diranno addio all’ago per pungersi, sostituendo al sangue, nell’auto esame della glicemia, una lacrima, l’urina o semplicemente la saliva. Un team di ricercatori statunitensi ha infatti realizzato un nuovo tipo di biosensore in grado di rilevare piccole concentrazioni di glucosio da questi elementi e che può essere fabbricato a basso costo. Si tratta quindi di un metodo non invasivo per stimare velocemente il contenuto di glucosio nel corpo, che potrebbe eliminare o ridurre la frequenza delle punture di spillo per il test del diabete classico.

Il sensore nanotecnologico è composto di tre parti principali: alcuni strati di grafene somiglianti a una piccola rosa con i petali, nanoparticelle di platino e l’enzima glucosio ossidasi. Grazie a un sistema di elettrodi e legami chimici il sensore è in grado di rilevare il glucosio nei liquidi corporei del paziente.
Nonostante però la grande sensibilità dello strumento la sua realizzazione è relativamente semplice, per questo potrebbe essere un successo commerciale.
Oltre ai test diabete, la tecnologia potrà essere utilizzata per rilevare una varietà di composti chimici per testare altre condizioni mediche.

“Abbiamo usato l’enzima glucosio ossidasi perché questo lavoro è orientato al diabete –  ha dichiarato Jonathan Claussen, ricercatore del Purdue’s Birck Nanotechnology Center. – Potremmo scambiare tale enzima con l’ossidasi glutamate, per misurare il neurotrasmettitore glutammato per verificare la presenza di Parkinson e di Alzheimer, o ossidasi etanolo per monitorare i livelli di alcol per un etilometro. È molto versatile, veloce e portatile”.

La tecnologia è in grado di rilevare il glucosio in concentrazioni a partire da 0,3 micromolare,  è quindi molto più sensibile di altri biosensori elettrochimici basati su grafene o grafite, nanotubi di carbonio e nanoparticelle metalliche.
Il sensore è in grado di distinguere tra glucosio e segnali da altri composti che spesso causano interferenza sensori: acido urico, acido ascorbico e paracetamolo, che si trovano comunemente nel sangue.

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