Popolo Viola. Un presidio di luce, sul Legittimo Impedimento. Firma l’appello

ROMA – Un presidio con candele per “Illuminare” il cammino della Corte Costituzionale sul Legittimo Impedimento.

E’ questa l’iniziativa lanciata dal Popolo Viola per il 10 gennaio, giorno  dell’inizio dei lavori dei Giudici.
“Questa sarà una settimana decisiva per il futuro dell’Italia” afferma Giancarlo Mascia, portavoce del movimento. Infatti i giudici della Corte Costituzionale dovranno esprimersi sulla costituzionalità della legge sul “Legittimo Impedimento”: l’ennesima “ad personam” , utile solo a bloccare i processi di Berlusconi (con la scusa di essere impegnato al governo gli sarebbe “legittimamente impedito” di partecipare ai processi che lo riguardano e questi, di fatto, rimangono bloccati ormai da mesi).

“Le voci di tentativi di condizionare i Giudici si susseguono da tutte le parti, per questo è necessaria – aggiunge Mascia –  una presa di posizione ferma e chiara da parte di tutti i cittadini che vedono nella Corte Costituzionale un baluardo nella difesa della nostra Carta e pensano che i tentativi di condizionamento debbano essere assolutamente rispediti al mittente. Bisogna lasciar lavorare i Giudici in piena serenità, senza permettere a nessuno di “tirarli per la giacchetta”.

Per questo motivo è partita una petizione online da parte di Avaaz.org  in cui si esprime la solidarietà ai giudici e gli si chiede “di preservare l’autonomia e l’indipendenza dell’organo costituzionale di cui siete membri, difendendo così anche la nostra democrazia.”.
Il presidio in difesa della democrazia e della autonomia dei Giudici della Corte si svolgerà lunedì 10 gennaio dalle ore 17.30 vicino alla sede della Corte (Via 24 maggio ang Via Mazzarino).
“Tutti i cittadini – conclude Mascia – che hanno a cuore la salvaguardia delle nostre istituzioni democratiche e della nostra Costituzione sono invitati a partecipare con una candela al presidio per “Illuminare la Corte” che possa decidere in piena serenità e autonomia e senza interferenze di parte.”

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