14 ottobre 1943: la rivolta degli eroi ebrei di Sobibor

MILANO – Il campo di morte di Sobibor fu teatro di atti eroici di resistenza a parte degli ebrei internati. Il 20 luglio 1943 alcuni addetti al taglio di fronde dagli alberi per camuffare la recinzione si ribellarono.

Otto prigionieri riuscirono a fuggire, mentre gli altri furono uccisi. Fra luglio e agosto 1943 si formò un gruppo di resistenza ebraica sotto il comando di Leon Feldhendler, già presidente dello Judenrat del ghetto di Zolkiew. Da Minsk giunsero a Sobibor alcuni ebrei che avevano militato nell’Armata Rossa. Uno di loro era Aleksander (Sascha) Pechersky, che assunse il comando del gruppo di resistenza, mentre Feldhendler divenne il suo luogotenente. La rivolta, fissata per il 13 Ottobre 1943, subì un ritardo di 24 ore per l’arrivo imprevisto di un contingente di SS dal campo di lavoro di Ossowa. Il 14 Ottobre 1943 alle 4 del pomeriggio il vice comandante Johann Niemann entrò nella sartoria del campo per ritirare una nuova uniforme. il membro della resistenza ebraica Yehuda Lerner lo uccise con un colpo d’ascia. La rivolta a era cominciata. Gli insorti uccisero dieci Tedeschi, due Volksdeutsche (cittadini di etnia tedesca che vivevano fuori dal Reich) e otto guardie ucraine. Il comandante delle SS Werner Dubois fu ferito. Alcune centinaia di ebrei fuggirono. La maggior parte fu raggiunta e trucidata dalle SS, ma numerosi eroi della resistenza ebraica ritrovarono la libertà.

 

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