I fondi per i Rom: centinaia di milioni che vanno in fumo…

MILANO – L’Unione europea destina ogni anno centinaia di milioni di euro per la lotta contro le povertà, i progetti di sostegno alle attività tradizionali, le campagne per l’integrazione dei gruppi sociali di minoranza.

Un fiume di denaro che purtroppo trova sul suo corso le “dighe” delle associazioni. “Diga” dopo “diga”, spariscono ora diecimila, ora centomila, ora un milione di euro. Per la struttura delle organizzazioni, gli stipendi, gli affitti, le bollette, i cellulari, i viaggi, le convention, i rimborsi spese, gli studi e le ricerche, l’aggiornamento, le pubblicazioni, i rapporti di fine anno. Ai veri destinatari, i poveri e le comunità etniche discriminate, non arriva nulla, dopo che il fiume ha percorso il sistema che dalla sorgente arriva fino al… mare di problemi che andrebbero invece affrontati senza troppe mediazioni. Il moderno associazionismo è una struttura parassitaria che si è attaccata alla pelle dell’Unione europea e la dissangua di tutte le risorse che potrebbero nutrire i comparti discriminati e perseguitati delle nostre società. Se il denaro, tutto quel denaro fosse erogato direttamente alle famiglie e alle comunità etniche cui è destinato secondo i piani e i programmi europei, quante tragedie umanitarie si eviterebbero e quanti passi in avanti faremmo, anno dopo anno, sulla via dell’integrazione e dell’uguaglianza fra i popoli! Le associazioni e i servizi sociali, in una gestione sana dei fondi per le povertà e l’integrazione, potrebbero affiancare con un ruolo di consulenti e sostenitori i destinatari di tali fondi, senza intaccarli, senza sacrificare al proprio tornaconto personale, a troppe riunioni, a troppa carta stampata la vita e la dignità di milioni di esseri umani.

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