Renzi si confessa. La rottamazione è nata a pranzo, avevo bevuto un po’ troppo

ROMA – Primarie al curaro. Lo staff di Renzi sembra specializzato nel demonizzare chiunque  si preoccupa che tutto si svolga nel modo più regolare possibile , che la gente vada a votare in gran numero, che la coalizione di centrosinistra dia capacità di governo proprio a partire da questa occasione, che i cittadini finalmente ritrovino un luogo, le primarie , della partecipazione, della fiducia, della speranza.

Renzi si presenta in tv come un ragazzino  perbene, giacca, cravatta con  i colori della fiorentina, quella che i tifosi portano quando vanno allo stadio, i leghisti la portano di color verde, ma lasciamo stare. Ha un telefonino nelle mani.
Lo vede l’altra candidata, la Puppato, ma lo staff di Renzi dice che lui senza telefonino in mano non ci sa stare.  Apre una sede a Roma che sembra un negozio di chincaglieria, lasciamo stare, de gustibus non disputandum, dicevano i latini, se ben ricordiamo l’antica lingua. Torna alla Lepolda, cravatta ma senza ghiacca, camicia con le maniche arrotolate che non è proprio una raffinatezza. Finalmente confessa come è nata la parola “ rottamazione””. Dice che era a pranzo, con un giornalista di repubblica che doveva intervistarlo. “Ho bevuto un po’ troppo”, ammette. Lo avevamo pensato anche noi. Poi piazza un comiziaccio, si scalda. Se la prende con il mondo intero e quelli del suo staff fanno a chi le spara più grosse Reggi, il coordinatore della campagna del sindaco, parlando dei tanti volontari che  danno una mano a Bersani li chiama “scagnozzi”. Dice infatti: “Bersani ha dato massima partecipazione ma poi ha dato mandato ai suoi scagnozzi di renderla molto  meno possibile.”

E invita alla vigilanza nei seggi. Addirittura i renziani organizzano una  “loro conta”, “ Fango” risponde Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, gettato su tanti volontari, più di ottantamila. “ Persone perbene” sottolinea Bersani. Arriva anche una new entry, la Ventura, politologa da  talk show, frequentatrice di Ballarò, fino a qualche giorno fa una prima berlusconiana, poi finiana, proveniente dalla destra. Se la prende con la “ sinistra ingessata”. Renzi sarebbe il nuovo messia, ma se non vince, lei  il Pd non lo vota. Ci mancava  Ichino con assurde accuse “ la sinistra deve riconoscere- dice- che il proprio bilancio è fallimentare”. L’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di disuguaglianze, di distanza fra protetti e non, di disoccupazione soprattutto fra i giovani e le donne. La colpa? Della sinistra. No dei governi berlusconiani, degli imprenditori, della finanza, macchè Ichino non ci pensa neppure. “ E’ come se avesse fatto un patto con la destra- dice- dove la destra difende le grandi rendite e la sinistra le piccole”.  Interviene ancora Renzi che chiede a Bersani di difendere Ichino dall’arroganza della Camusso”.

Pensate un po’ si era permessa di dire che Ichino è dalla parte sbagliata. Matteo insorge: “Questa arroganza di mandar via..ma di cosa stiamo parlando? Spero che Bersani difenda il diritto di stare in questo partito”. Forse c’è anche un diritto di dire a proposito delle stravaganti idee di Ichino, che se vede un lavoratore lo evita, un operaio, meglio stare alla larga, magari è uno della Fiom, che  si trova dalla parte sbagliata. O no?. Poi il “leopoldiano” se la prende con l’Unità, fa l’offeso, la vittima. A proposito, quelli del suo comitato stanno mettendo in giro la parola “asfaltare”. Se perdiamo dicono ci “asfaltano” che fa il paio con la rottamazione. E Renzi arriva, “ se perdiamo non ci toccate”. Sappiamo che vinciamo ma è bene fare atti chiari. E chi vi vuol toccare verrebbe da dire. Infine mancava una pennellata razzista con sospetti di possibili brogli in particolare nel Mezzogiorno. Rispondendo a Paganelli, responsabile delle Feste dell’Unità il quale  ricorda che a Napoli ci sono stati brogli e le elezioni annullate invitando alla sorveglianza nei seggi, Bersani  sottolinea che” c’è stata e c’è l’incredibile e vergognosa apertura di un sospetto verso il  Sud“.

 

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