La guerra agli stupefacenti si combatte anche grazie alle nuove tecnologie. Sono stati lanciati negli ultimi 24 mesi diversi dispositivi tecnologici per georeferenziare i trend del fenomeno, contrastare il narcotraffico e ridurre il consumo di sostanze psicoattive nella popolazione (soprattutto quella giovanile).
Ultimo in ordine di tempo è ORION (Overdose Risk Information Project) uno strumento informatico di E-health ideato per la valutazione del rischio decesso droga correlato. Il programma è stato presentato ieri al Parlamento Europeo in concomitanza del meeting strategico dei paesi membri per la pianificazione delle politiche 2013-2020 targate EU.
L’iniziativa interamente finanziata dalla Commissione Europea è stata affidata all’Università britannica di St Andrews, la più antica università di Scozia (la terza nel panorama anglosassone) e in partnership con tre atenei; uno danese, uno tedesco ed uno italiano. Tutti i ricercatori dei 4 gruppi coinvolti, per il nostro paese l’Università degli Studi Bicocca di Milano, ritengono che Orion contribuirà significativamente alla riduzione dei casi di overdose nel vecchio continente.
Un particolare algoritmo è alla base dell?applicazione, che sarà di supporto sia per gli operatori sanitari che per i soggetti in trattamento. Sempre a Bruxelles, lo skipper della St. Andrews il Prof. Gerald Humphris, docente di Psicologia della Salute ha illustrato alla stampa i risultati dei test preliminari, evidenziando come il 45% dei soggetti abbia sensibilmente modificato il comportamento assuntivo proprio perché ha utilizzato il software.
A margine della presentazione è intervento anche Massimo Clerici, professore di psichiatria in Bicocca, che ha dichiarato: “In Europa l’uso di droghe è una delle principali cause di patologie e di mortalità tra i giovani e questo è un problema che riguarda sia la comunità medica sia i rappresentanti del governo. E’ questa sostanzialmente la motivazione che ci ha spinti a sviluppare un strumento per scoprire i rischi di overdose e per aumentare nel paziente la consapevolezza della loro presenza. Secondo quanto emerso dai test, il 45% dei soggetti prenderebbe in considerazione di cambiare le proprie modalità di assunzione di sostanze in seguito all’utilizzo del software”.