Aids. 40 milioni infettati, 3 sono bambini

Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali): “Ogni giorno 14mila nuove infezioni, migliora grazie a retrovirali”

ROMA – Sono circa 40 i milioni di persone infettate dal virus o malate di Aids; di queste circa la metà sono donne e più di 3 milioni sono bambini di età inferiore ai quindici anni. Ogni anno si ammalano circa 5 milioni di persone e tre milioni sono i decessi dovuti ad Aids. E` stato calcolato che ogni giorno ci sono 14.000 nuove infezioni da Hiv, per cui una persona si infetta ogni 6 secondi, una persona muore ogni 9 secondi e vi è un nuovo bambino orfano ogni 14 secondi. A riepilogare i dati è la Simit, società italiana malattie infettive e tropicali. Oggi la terapia antiretrovirale – spiega la Simit – seppur nella sua complessità, permette a molte persone
di svolgere una vita pressoché normale e ad avere ripreso la propria attività lavorativa. Ovviamente grandi differenze ancora esistono tra le diverse nazioni sulla possibilità di utilizzare i diversi farmaci e nei paesi più poveri l`Aids rimane una vera e propria calamità che ha portato una riduzione drammatica nella aspettativa di vita di queste popolazioni«.

Tra le patologie infettive che rappresentano circa il 25% delle cause di morte nel mondo, l`Aids è al secondo posto per frequenza come causa di morte, dietro solo alle infezioni respiratorie. Si calcola che oggi in Italia vi siano più di 100.000 persone infettate da Hiv e che dall`inizio dell`epidemia siano deceduti più di 35.000 malati. Secondo le ricerche della Simit, si calcolano circa 1.500 nuove infezioni ogni anno, con una stima di circa 150 mila infetti totali di cui però solo solo il 60% sa di essere infetto.

«La diagnosi si fa attorno ai 38 anni per gli uomini e 37 anni per le donne – aggiunge Massimo Andreoni – calcolando che l’infezione è avvenuta, in media, alcuni anni prima di quando si scopre la sieropositività, l’età media del contagio è 32-33 anni. Per quanto riguarda il sesso dei soggetti infetti, il 75% sono maschi e il 25% sono femmine. Nelle grandi città c’è una maggiore prevalenza di positività rispetto ai piccoli centri. La diagnosi viene fatta più tardivamente nel Sud dell’Italia e nelle Isole, a dimostrazione che al Nord e al Centro esiste una maggiore attenzione alla malattia, soprattutto per quanto riguarda l’effettuazione del test».

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