Mutilazioni genitali. Roma promuove tolleranza zero entro il 2015

ROMA – Tolleranza zero sulle mutilazioni genitali femminili: dopo la risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu sulla messa al bando universale di questa pratica, a Roma si definiscono i passi per tradurre in concreto il divieto.

Gli attori che sono stati in prima linea nella battaglia, sono riuniti – ospiti oggi del Senato, domani del ministero degli Esteri- per dare efficacia e concretezza all’appello della comunità internazionale. «Ban FGM -Sì al diritto, no all’impunità», la conferenza internazionale organizzata dal Partito Radicale Transnazionale e ‘Non c’è pace senza giustizià con il sostegno dell’Eni, mette a confronto rappresentanti di Stati africani,  ambasciatori e attivisti del diritti dell’uomo: obiettivo arrivare, entro il 2015, alla ‘tolleranza zerò di una pratica che ha menomato fino a 140 milioni di donne e bambine in tutto il mondo e metteogni anno a rischio 3 milioni di potenziali vittime.

Le mutilazioni genitali femminili (MGF, FGM nell’acronimo in inglese) comportano l’escissione (l’asportazione parziale o totale) degli organi genitali femminili esterni della donna.   Le MGF comportano complicazioni sanitarie a breve e lungo termine gravissime: infezioni, emorragie (con shock settici e persino, a volte, la morte), stenosi vaginale, problemi di infertilità ma anche complicazioni post partum (perchè la minore elasticità nella zona perineale aumenta la mortalità perinatale e della stessa puerpera: su 1000 donne che partoriscono, da 10 a 20 muoiono in conseguenza delle MGF). Ora si vuole sradicare un flagello così disumano e arrivare all’eliminazione di questa pratica inutile, dolorosa e pericolosa.  Questa è un’occasione di celebrazione (la risoluzione è stata approvata il 20 dicembre 2012 e mercoledì il 6 febbraio, si celebrerà la Giornata Internazionale contro le MGF), ma anche di rilancio, coordinamento e definizione di nuove iniziative perchè la risoluzione Onu sia riconosciuta e applicata.

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