Alimentare. L’horsegate raggiunge le tavole degli italiani

ROMA – Lo scandalo della carne di cavallo sbarca anche in Italia, dove la Nestlè (Buitoni) ha ritirato le confezioni di ravioli e tortellini che, secondo i test effettuati, non erano ripieni unicamente di manzo, ma contenevano tracce (1%) di carne di cavallo.

Una vicenda gravissima che riaccende i riflettori su una questione vitale: l’informazione ai cittadini circa i prodotti che consumano, a partire proprio da ciò che portano in tavola.  È un sacrosanto diritto di ogni cittadino conoscere con esattezza e precisione cosa mangia. Da anni Federconsumatori e Adusbef si battono al fianco delle più importanti organizzazioni del settore alimentare, affinché questo diritto fondamentale venga riconosciuto per legge.
È ora di finirla con test e analisi a posteriori: se esistesse una normativa severa sull’obbligo di indicazione di origine e di composizione per tutti i prodotti alimentari, non solo del prodotto finito ma anche di tutti i suoi componenti, truffe e frodi di questo genere sarebbero stroncate sul nascere.
Quanto accaduto deve far aprire gli occhi all’Europa sulla necessità e l’urgenza di dare il via libera ad una legge in tal senso.
Per quanto riguarda il nostro Paese tale legge già esiste, ma è stata ottusamente ed incomprensibilmente contrastata dalla stessa UE.
Vi è di più: come rivela quello che è stato ribattezzato l’horsegate, le normative sull’indicazione di origine e composizione non possono essere circoscritte ad un unico paese, ma devono essere attivate a livello internazionale, a partire dall’Europa, per poi estendersi anche oltre.
La sicurezza alimentare è un aspetto delicatissimo, che intacca direttamente l’integrità della persona. Per questo non esistono motivazioni di carattere economico o vincoli burocratici che reggano di fronte alla necessità di tutelare questo diritto primario.   

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