Settimana pirotecnica. Settimana dall’11 al 17 febbraio

ROMA – Settimana che sarà ricordata soprattutto per… l’ondata di arresti eccellenti nel mondo della finanza e dell’imprenditoria e per un’altra cosa storica di cui ora non mi rammento…

Ma andiamo con ordine in quello che sembra essere l’ultimo giro di valzer sul Titanic prima dello schianto (molto utilizzati  in settimana i sostantivi nautici naufragio, deriva, scoglio, tempesta, accoppiati a etica e morale, sia singolarmente che in schema combinato).

Procediamo allora in ordine di apparizione, o per mandato di comparizione.

L’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi si dimette e in uno slancio di responsabilità dichiara: “Lo faccio per rasserenare il clima creatosi” (!!!)

L’ex capoazienda arrestato per presunte tangenti pagate al governo indiano, dopo essere stato spogliato della carica di amministratore delegato e di tutte le deleghe, si è dimesso anche da presidente e componente del cda. L’India ha avviato un’azione per cancellare il contratto al centro della bufera giudiziaria.

(Bagharaladrhgitaksnnfarabuth!)

Monte dei Paschi, fermato Baldassarri. Il capo della “banda del 5 per cento” Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza del Monte dei Paschi di Siena, è stato fermato dalla Guardia di Finanza su richiesta della Procura dela Repubblica senese con l’accusa di associazione a delinquere, truffa ed altri reati nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Mps che ha coinvolto anche il suo ex presidente, Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale, Giuseppe Vigni ed altri funzionari della banca che a vario titolo hanno provocato una voragine nei conti di Mps. Il fermo sarebbe da legare a “gravi indizi” e “pericolo di fuga”. Accusato di associazione a delinquere, truffa e altri reati nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Mps. Avrebbe svolto una serie di operazioni – insieme al suo vice – per rimpinguare il suo patrimonio, smisurato rispetto alla sua retribuzione.

Crac da 30 mln, arrestato Angelo Rizzoli.

Sequestrati beni per oltre 7 milioni. L’imprenditore è accusato di bancarotta fraudolenta per aver cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate dalla sua Tevere audiovisivi.

Le indagini hanno accertato che Rizzoli –secondo uno schema antico come i babilonesi- fosse il dominus assoluto delle società mentre gli amministratori si limitavano unicamente a svolgere una funzione di “prestanome”, privi di qualsiasi potere decisionale e percependo per il loro ruolo solo saltuarie remunerazioni da Rizzoli stesso, che invece incamerava tutti gli utili. In pratica Rizzoli utilizzava le società controllate (poi dichiarate fallite) per la produzione in subappalto dalla controllante Rizzoli Audiovisivi di prodotti cinematografici e televisivi, i cui proventi venivano poi incamerati interamente dalla controllante stessa. Quest’ultima ometteva di pagare le fatture delle controllate operative, rendendo le stesse non in grado di far fronte ai debiti assunti nei confronti dei propri fornitori e soprattutto dell’Erario (per oltre 14,5 milioni di euro) e degli Istituti Previdenziali (Inps ed Enpals), per oltre 6 milioni di euro. Da qui l’istanza di fallimento presentata dall’Agente della riscossione Equitalia.

Interessante e da ricordare il curriculum vitae del grande imprenditore: figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell’omonima casa editrice, ‘Angelone’ Rizzoli è stato chiamato in giudizio sei volte dalla magistratura italiana, per 26 anni consecutivi. Arrestato nel 1983 per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata, con l’accusa di aver fatto sparire i fondi destinati all’aumento di capitale del 1981, era stato condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione. In un processo successivo la Cassazione aveva sentenziato (1992) che l’imprenditore non aveva trattenuto una parte dei fondi pagati da “La Centrale” di Roberto Calvi. Quei fondi erano scomparsi per opera di Tassan Din, Gelli e Ortolani. Nel 2006 il reato per cui fu arrestato nel 1983 è stato depenalizzato.

Stadio del Cagliari, arrestati Cellino, il sindaco e un assessore di Quartu.

Colpo di scena in Sardegna nell’inchiesta sull’ adeguamento dell’impianto di Is Arenas dove la squadra sta disputando le gare interne di serie A. Gli ordini di custodia cautelare per il dirigente, il primo cittadino Mauro Contini e per l’assessore allo sport Stefano Lilliu notificati all’alba da agenti della forestale. Le accuse: peculato e falso ideologico.

Caso Maugeri, un teste: “Soldi a Formigoni che transitavano sui conti dell’ex fidanzata”.

Il racconto di un dirigente della Banca Popolare di Sondrio ai pm di Milano.

Soldi in contanti, dai cinquemila ai ventimila euro, in banconote da 500, consegnati al manager della banca dove Roberto Formigoni aveva aperto un conto corrente sul quale vengono accreditati i suoi emolumenti. Manager che veniva convocato dal Governatore nel suo ufficio “a tu per tu, a quattr’occhi” e al quale venivano date istruzioni precise: effettuare bonifici a Emanuela Talenti, l’ex fidanzata del Celeste, raccomandandosi però di non farli transitare sul suo conto ”’affinché non vi fosse evidenza degli importi che trasferiva” in contanti. Il presidente della regione Lombardia è indagato per corruzione e associazione a delinquere.

Quando il Celeste diventerà perlomeno Rosato dalla vergogna?

A questo punto qualcuno si chiede: è tornata Tangentopoli? Ma no, ingenui, Tangentopoli non se ne è mai andata! Ci pensa infatti Silvio a ricordare che “le tangenti esistono, basta con i moralismi”.

Pronte le domande per  richiedere asilo politico e diventare cittadini onorari di Tangentopolis nel distretto di Bordel Line.

Continuiamo: settimana pirotecnica che sarà ricordata soprattutto per… l’omicidio commesso per gelosia da Pistorius e per un’altra cosa importantissima di cui ora non mi rammento…

Pistorius, trovati steroidi proibiti in casa. Spunta l’ombra del doping. Sarà sottoposto ad analisi del sangue. (Mi sembra giusto, soprattutto se  l’assassino è un atleta…)

Le sostanze avrebbero potuto scatenare il raptus omicida. Nuovi indizi inquietanti emergono dalla “casa degli orrori” dove la notte del 13 febbraio si è consumato l’omicidio di Reeva Steenkamp per mano del fidanzato, l’atleta Oscar Pistorius. La polizia che sta setacciando l’abitazione palmo a palmo avrebbe trovato, oltre ad una mazza da cricket insanguinata, una buona dose di steroidi.  

Questo è quanto riportato dalla stampa sudafricana che ipotizza un’esplosione di rabbia causata dal fatto che la fidanzata gli avesse nascosto le pantofole…

Decameron ad Avellino.

Una udienza di separazione e affidamenti come tante se non fosse che il  “terzo incomodo” si chiami Silvio Berlusconi.

Si passa in rassegna il prima e il dopo del matrimonio. Gianni e Antonia si sposano nel 2005 con i loro quasi 30 anni di differenza. Berlusconi è già amico di lei e – secondo quanto è scritto nella memoria – dona loro “50mila euro”. Ma è solo l’inizio. Poi arrivano “400mila euro”. Poi tanto altro denaro. Porcelli (nomen omen) non sospetta mai. Scrive anzi che lei gli aveva confessato già “una precedente relazione sentimentale con Berlusconi, asserendo che però era ormai chiusa”. Invece, ricostruisce la memoria, la storia tra Antonia e Silvio, “non si era di fatto mai interrotta. Del resto, la Ruggiero, sotto lo schermo della dichiarata amicizia, e poi dell’impegno politico, ha continuato ad avere col Berlusconi frequenti contatti che favorivano qualsiasi relazione col suddetto”.

È emerso che Porcelli spesso accompagnava sua moglie a Roma dal Cavaliere. Sempre senza sospettare. Oggi scrive il suo avvocato: “L’ex premier era arrivato ad elargire alla coppia, per l’acquisto della futura casa coniugale, una somma lievitata fino a un milione e 250 mila euro, bonificata in favore di Antonia Ruggiero, su un conto corrente acceso a suo nome nel mese di ottobre 2005, attraverso l’intervento del dottor Giuseppe Spinelli, collaboratore e factotum di Silvio Berlusconi”. Gianni, però, comincia a sospettare solo dopo che si lasciano: e comunque, scrive chiaramente Porcelli, “la conferma di tale amara circostanza è venuta da ultimo, a separazione avvenuta, col rinvenimento nella casa coniugale di un vecchio telefono mobile già in uso alla Ruggiero, ove sono ancora registrati alcuni sms dal contenuto inequivocabile scambiati dalla Ruggiero col Berlusconi in epoca successiva al matrimonio”.

A proposito segnalo un bel manifesto del Popolo delle Libertà: “la famiglia non si tocca” (sì, ma quale?).

E ancora:  settimana pirotecnica che sarà ricordata soprattutto per… i frammenti di meteorite caduti sulla Russia e per un’altra cosa di carattere epocale di cui ora non mi rammento…

Venerdì 15 febbraio la regione russa degli Urali è stata colpita dai frammenti di un meteorite causando il ferimento di centinaia di persone. Nessuno lo aveva visto arrivare, nessun allarme era stato diramato da un qualunque ente spaziale.

Ma qualche giorno dopo –udite udite- ecco giungere la teoria del complotto: non si trattava di un meteorite.

Infatti Vladimir Zhirinovsky, dirigente del partito democratico liberale russo ha accusato, senza mezzi termini, il governo statunitense, dichiarando che “Non si è trattato di un meteorite, ma degli americani che hanno testato le loro nuove armi”. Pare che Vladimir sia stato uno dei primi ad essere stato colpito al capo dai detriti spaziali.

Per la cronaca continua stancamente la campagna elettorale. Berlusconi insulta Monti che se la prende con Vendola che stigmatizza Ingroia che deplora Bersani che insulta Berlusconi che poi ricomincia. Grillo insulta tutti. Si spera che la data delle elezioni giunga in fretta per risparmiarci altre mediocri ondate di guano, dichiarazioni, smentite e colorite manifestazioni dell’umana fallibilità.

A proposito mi sono improvvisamente ricordato la notizia per la quale questa settimana sarà assolutamente ricordata negli anni a venire: SI È DIMESSO IL PAPA! Creato miracolosamente in Vaticano un posto di lavoro…

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