Cronache dall’Italia Ingovernabile. Settimana dal 4 al 10 marzo

È appena trascorsa un’altra mediocre settimana, per molti l’ennesima, per tanti la norma, che ha avuto l’unico pregio di presentarci qualche scorcio dello scenario prossimo venturo che avremo in sorte di affrontare.

Proseguono le prove tecniche d’ingovernabilità.
Napolitano il vecchio esorta. Bersani il ragionevole ci prova. Grillo l’egoarca, l’agone della bilancia, dice no (almeno in pubblico) a tutto. Silvio  Brighella vuole il governissimo e un lasciapassare per le proprie aziende e nel frattempo riprende i panni del perseguitato politico vista la quantità di sentenze a scadenza che stanno per sciogliergli il cerone.
A proposito dobbiamo registrare la patetica e tenera performance del nostro Redentor dell’Imu che per non farsi interrogare dalla maestra Boccassini si fa ricoverare per “grave” congiuntivite, ma forse sarebbe stato meglio dire “congiuntura” e  quindi godere del legittimo impedimento.
La maestra non gli crede e gli manda la visita fiscale che decreta la melina.
Che meraviglia tornare attraverso queste gesta ai tempi delle elementari o delle bugie al capoufficio quando si sperava di farla franca con una cazzata qualsiasi…

Blitz dei giornalisti per sputtanare i neodeputati grillini e fare a gara per presentarli come degli entusiasti deficenti che distruggeranno a presto il paese. La memoria corta comunque non scusa il fatto che fino a poco fa eravamo governati dalla Gelmini, dalla Carfagna, da Calderoli, da Brunetta etc.

Comunque i mercati aspettano. L’Europa è nervosetta. Nel frattempo per non sbagliarsi l’agenzia Fitch taglia il rating all’Italia, abbassando il giudizio a BBB+ da A- con outlook negativo. Il ‘voto’ riflette il “risultato inconcludente delle elezioni italiane”. Fitch era l’unica a non aver ancora ridotto il giudizio sull’Italia, ora si allinea alle altre due sorelle, Standard&Poor’s e Moody’s, tagliando il giudizio: un paio di gradini sopra il livello spazzatura (junk).
Fitch ha giustificato il taglio con le difficoltà a formare un governo nel caos post-elettorale. (Ingrati!) L’Italia, gravata da oltre 2mila miliardi di debito pubblico, è tra i peggiori Paesi europei a livello di rating: dopo di lei vengono in ordine Irlanda, Spagna, Islanda, Portogallo e Grecia.  
E vai! Un altro record di cui andare orgogliosi!

Ma torniamo all’ammirevole Bersani che assicura il rispetto per il ruolo del capo dello Stato, ma riafferma la chiusura netta a qualsiasi ipotesi di governo con il Pdl, rilanciando con un programma di 8 punti (oppure 8 puntini…) per mettere alla prova la volontà di cambiamento del M5S.
Bersani parla di “nessun corteggiamento a Beppe Grillo”, (ci mancherebbe) piuttosto pone all’attenzione del M5S misure come il dimezzamento dei parlamentari e il contenimento dei loro emolumenti, la cancellazione delle province, ma anche la universalizzazione delle indennità di disoccupazione e l’introduzione di un reddito minimo d’inserimento.
A cui, in sede di replica, il segretario aggiunge la disponibilità ad affrontare il “superamento dell’attuale sistema di finanziamento dei partiti”, ma “in connessione con il funzionamento democratico dei partiti”.  Seguono altri punti trascurabili tipo: ogni deputato del Pd ospiterà un deputato del movimento 5 Stelle per tutta la durata della legislatura senza farsi pagare vitto e alloggio. Si propone un coupon per lavaggio auto e camper. Ottomila pasti gratis al prossimi festival dell’Unità.  Abolizione della riga a sinistra per le pettinature di tutti i parlamentari neoeletti a sinistra. Dog sitter  dal lunedi al sabato se i deputati grillini avessero degli animali che non sanno a chi lasciare quando si trovano a Montecitorio e altro ancora…

Cosa intende fare “il Movimento 5 Stelle? – aggiunge  Bersani con le lacrime agli occhi- Cerca di scegliere fior da fiore? Aspetta un facile bersaglio” a seguito di “un accordo di palazzo su cui sparare a palle incatenate?”. Attende “l’autodistruzione del sistema politico e aspetta, spera, che su tutto questo noi si stia fermi e muti?”.  
La seconda che hai detto!

Proseguono le grandi manovre per il conclave. Mentre iniziano ad andare forte le scommesse Papa Tris e Picchetto, c’è da registrare qualche momento di apprensione: è improvvisamente spuntata la faccia di Grillo nel mezzo degli affreschi del Giudizio Universale  nella Cappella Sistina…

Continua la torbidissima storia del Monte Paschi sempre più vicina al sottobosco dell’Italia dei Borgia .
Si uccide David Rossi, responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, gettandosi da un ufficio della sede dell’istituto a Rocca Salimbeni. Il 19 febbraio scorso il suo ufficio e il suo appartamento erano stati perquisiti nell’ambito dell’inchiesta sul Monte, ma non era indagato. Lo stesso giorno gli uomini del Nucleo valutario della Guardia di finanza si erano presentati di nuovo nelle case dell’ex presidente e dell’ex dg di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Rossi non era stato iscritto nel registro degli indagati, ma certo le perquisizioni, avevano fatto notare alcune fonti, si fanno “a sorpresa” quando si cercano “prove, documenti o riscontri”.
Niente lasciava presagire che Rossi stesse pensando al suicidio (che avrebbe dovuto fare, girare con un cappio al collo oppure ammonticchiare ossessivamente elenchi del telefono davanti alla finestra per raggiungere il davanzale?)
Nel suo ufficio gli investigatori è stato trovato un biglietto per la moglie con una sola frase: “Ho fatto una cavolata”.
Nota: per essere stato un responsabile della comunicazione questo ultimo messaggio sembra davvero misero e un tantino banale per spiegarsi…
Chi gioca con il fuoco finisce per scottarsi…
Si facciano ora entrare i dietrologi e i complottisti.

Per la serie “Dacci oggi la nostra tragedia quotidiana”: uccide 2 impiegate Regione Umbria e si suicida,
gridava: “Mi avete rovinato”.
Un uomo, Andrea Zampi, è entrato negli uffici della Regione a Perugia e ha ucciso a colpi d’arma da fuoco due impiegate, Daniela Crispolti, 46 anni (precaria con contratto di collaborazione) e Margherita Peccati, 61 anni, prossima alla pensione. (Diluvia sul bagnato)
Entrambe lavoravano all’ufficio accreditamento del settore formazione. L’uomo, un piccolo imprenditore di 43 anni, si è poi suicidato con la stessa arma. Secondo quanto riferito dal sindaco, Wladimiro Boccali, l’aggressore è figlio di titolari di una piccola impresa di formazione cui la Regione da poco aveva revocato l’accreditamento per mancanza dei requisiti previsti dalla legge. Un provvedimento che sarebbe stato comunque provvisorio come emerge anche dall’esame del Bollettino ufficiale della Regione Umbria. ”È una tragedia immane, frutto di un clima orribile legato all’attuale momento economico – ha detto il primo cittadino -. Una tragedia per le famiglie e per tutti noi – ha aggiunto – uno dei momenti più brutti e forse dovremmo riflettere tutti”.
En passant . L’imprenditore aveva anche dei problemi psichici per i quali ultimamente era stato ricoverato in ospedale e considerato  il suo florido stato mentale nessuno si era accorto che si era dotato di pistola…

Per la serie  televisiva: “I processi di Silvio” questa settimana abbiamo presentato: Mediatrade.
Archiviata questa vicenda giudiziaria, l’ex presidente del Consiglio guarda ora al Palazzo di giustizia di Milano, da dove dovrebbero arrivare entro fine mese tre sentenze: quella sul caso della fuga di notizie sull’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl; per il 18 marzo è attesa quella su caso Ruby infine, il 23 marzo dovrebbe concludersi il processo d’appello su Mediaset e i diritti tv, nel quale la Procura generale di Milano ha chiesto per Berlusconi la conferma della condanna a quattro anni, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
A seguire le gesta dell’abate Faria, le esternazioni di Cicchitto e le Adunate del Pueblo de la Liberdad. Chiude i programmi il musical : “el Sylvio inquisido jamás será vencido!”.

Per finire e per non farci mancare nulla: distrutta a Napoli la Città della Scienza.
L’incendio doloso dal valore simbolico che colpisce una città e un paese intero.  
Comunque non temete; ormai ne sono certi, magistrati e investigatori: il rogo che ha distrutto Città della Scienza è doloso. Non è più un sospetto, per chi indaga! (Perspicaci si direbbe). E’ quindi caccia ai criminali che hanno appiccato le fiamme.
Le indagini sull’incendio ruotano infatti anche intorno ai tempi. L’allarme è scattato alle 21,40, appena dopo 6 minuti i vigili del fuoco erano già sul posto. Ma, nonostante non ci fosse vento, hanno trovato davanti a loro una scena sorprendente: il fronte delle fiamme era già esteso per oltre cento metri. (ma guarda un po’!)
E questo, nonostante il sistema antincendio fosse entrato immediatamente in azione e le pareti ignifughe avrebbero dovuto trattenere e circoscrivere le fiamme. Ma così non è stato.  (Siamo sempre a Napoli e non tutto funziona come dovrebbe).
La camorra comunque dal canto suo si difende “Non siamo stati noi. Eravamo alla Città della Scienza per giocare al  Piccolo Chimico…”.

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