Corte dei Conti: “Corruzione in aumento”. E’ il berlusconismo, bellezza!

ROMA – La corruzione e le frodi sono «patologie» che «continuano ad affliggere la pubblica amministrazione». A sottolineare «i fenomeni delittuosi» che colpiscono l’amministrazione pubblica è il procuratore generale della Corte dei conti, Mario Ristuccia, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Un fenomeno che riguarda soprattutto aiuti e contributo nazionali e dell’Ue. «I dati al riguardo non consentono ottimismi», spiega il procuratore secondo cui la situazione di «cattiva amministrazione, nonostante i progressi conseguiti in termini di efficienza, continua a caratterizzare in negativo l’immagine complessiva dell’apparato amministrativo». Inoltre, prosegue Ristuccia, una «rimarchevole diminuzione delle denunce che potrebbe dare conto fi una certa assuefazione al fenomeno verso una vera e propria ‘cultura della corruzione’». Inoltre ci si «interroga in termini dubitativi» se il federalismo fiscale, renderà più diretta la relazione tra decisioni prese e risultati conseguiti «ovvero possa avere l’effetto contrario di aumentare la corruzione». Su questo fronte, nel 2010 le citazioni a giudizio delle procure regionali contabili sono state 227 (40 per danni alla P.A. riconducibili a corruzione e concussione; 50 da peculato e appropriazione indebita; 17 da abuso di ufficio; 95 da truffa e falso; 25 da altri reati) per un totale di circa 226milioni di euro per danni patrimoniali e di circa 4milioni e 800 mila euro per danni all’immagine. Per quanto riguarda le condanne, quelle in primo grado emesse dalle sezioni regionali contabili sono state 350 per un totale di oltre 252 milioni di euro per danni patrimoniali e 3milioni 576 mila euro per danni all’immagine della PA. In appello, sempre nel 2010, sono stati infine condannati per danni da reato contro la Pubblica amministrazione 90 agenti pubblici, per un importo complessivo di 32milioni 199 mila euro per danni patrimoniali e 4 milioni 731 mila euro per danni all’immagine.

Ristuccia ha poi fatto riferimento alle privatizzazioni, che si sarebbero trasformate «da efficace strumento per lo svolgimento di servizi ed addirittura funzioni pubbliche, a mezzo di mera elusione delle regole della contabilità pubblica o di gestione clientelare del potere pubblico-amministrativo». E altrettanto – afferma Ristuccia nel corso della sua relazione di apertura dell’anno giudiziario della magistratura contabile – avviene nel settore della «trasformazione del regime di emergenza in sistema ordinario, con conseguente sostanziale riduzione delle garanzie di impiego di pubbliche risorse». A tale proposito la Corte dei Conti cita, nel più amplio volume di allegati, le ordinanze della Protezione civile sui «grandi eventi», non assoggettabili al controllo preventivo di legittimità. Ma in almeno due circostanze la magistratura contabile ha negato, nel 2010, il regime di emergenza in cui possono rientrare solo quegli eventi che, se pur diversi da calamità naturali e catastrofi, determinano situazioni di grave rischio per l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti, e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni. Per questi motivi la Corte dei Conti ha negato il presupposto di grande evento alla ‘Louis Vuitton World Series’ alla Maddalena per un contributo di 2milioni e 300 mila euro al comitato organizzatore della gara, e anche ai lavori dell’area archeologica di Pompei. Ristuccia ha anche affermato che il ddl sul processo breve non farebbe altro che aggravare la corruzione in Italia

Sulla finanza locale c’è una «perdurante sostenuta dinamica delle spese correnti al netto degli interessi e, per converso, la flessione ormai cronica delle spese per investimenti» e «il forte peggioramento del saldo economico finanziario corrente». È quanto ha detto Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011 nella sede di viale Mazzini. Ciò conferma, per i Comuni, prosegue Giampaolino, «la difficoltà di finanziare con le sole entrate correnti, oltre che le correlate spese, la quota capitale dei prestiti in scadenza, mentre sono stati evidenziati i rischi connessi a processi di esternalizzazione di servizi e di attività, nonchè all’utilizzo, da parte degli enti territoriali, di strumenti finanziari al fine di garantire la liquidità nel breve periodo (prodotti derivati) o di aggirare i limiti posti dalla disciplina del patto di stabilità interno».

I pilastri della lotta alla corruzione

La lotta alla corruzione «deve fondarsi essenzialmente su quattro pilastri: l’etica; la trasparenza attraverso l’uso dell’Ict; la semplificazione; il controllo». Lo afferma nel suo intervento il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nel corso della cerimonia per l’apertura dell’anno giudiziario. «Con riguardo alla problematica della prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione e al relativo disegno di legge (atto Senato 2156) – afferma – la Corte ha apprezzato il nuovo approccio alla problematica, di impostazione non più prevalentemente penalistica, bensì di ordine amministrativo ed organizzativo». Legate al risultato di ridurre la corruzione «sono da ritenersi le misure previste negli ultimi anni, principalmente quelle contenute nella ‘Legge Brunettà, che ha posto in evidenza la necessità di una migliore selezione e preparazione del personale e una pi— seria gestione del rapporto di lavoro pubblico. Parimenti, efficace appare anche l’istituzione di Banche dati e di un’Anagrafe nazionale dei contratti pubblici e un’ampia opera di semplificazione che, però, non faccia mai venir meno, in tutta la sua portata Costituzionale l’indefettibile principio di legalità».

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