Addio al Nobel Doring Lessing, muore a 94 anni la femminista riluttante

ROMA – E’ morta l’altro ieri all’età di 94 anni l’undicesimo Nobel femminile per la letteratura: la scrittrice britannica Doris May Tayler, meglio conosciuta come Doris Lessing. La notizia è stata data online il giorno stesso dal Guardian e l’editore della scrittrice, Harper Collins, ha precisato che si è spenta serenamente.

Se ne va così una delle penne più importanti del XX secolo, cantrice delle più diverse tematiche che appassionano e dividono la nostra epoca. Nata in Iran, cresciuta ed educata in una scuola cattolica dello Zimbabwe, all’età di 15 anni decide di proseguire autonomamente la propria crescita culturale arrivando a trasferirsi a Londra negli anni ’60. Nonostante ciò sarà nella sua terra natia, nell’Africa Orientale, che la Lessing ambienterà il primo dei suoi circa 50 romanzi, “L’erba canta”. Conosciuta ai Più come cantrice dell’esperienza femminile a seguito de “Il Taccuino d’oro”, libro che viene considerato il suo capolavoro, Doris May Tayler è stata decisamente di più: donna di rottura, provocatrice, impertinente, in alcuni casi anche brillantemente menefreghista, come quando, colta da una dozzina di giornalisti mentre scendeva da un taxi con le buste della spesa in mano, alla domanda “Ha saputo, ha vinto il Nobel?!” rispose con un “Oh Cristo! Sono 30 anni che se ne parla” e liquidò tutti con un calcolato “Non potrei essere più contenta”. Ma non finiscono qui le provocazioni della scrittrice, vale la pena ricordare la definizione di Bush come una “calamità mondiale”, della donna moderna come “sfacciata, ma anche bigotta”, fino a raggiungere il punto più alto, quanto definì l’attentato alle torri gemelle come una cosa poi “non così terribile”. Questo ci rammenta come la Lessing non amasse esser inquadrata e quanto invece fosse incline a dire apertamente ciò che pensasse, riflettere non convenzionalmente e raccontare liberamente. Oltre al Nobel del 2007, fra gli altri, vinse il Premio Grinzane Cavour nel 1989, nel 2011 il Premio Príncipe de Asturias nella categoria Letteratura per le sue opere in difesa della libertà e del Terzo Mondo e il David Cohen British Literature Prizenel nel 2001.

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