Il miglior rifiuto da gestire è quello che non viene prodotto

ROMA – Troppe volte i “pragmatici dei rifiuti” hanno accusato gli ambientalisti di avanzare, sul tema dello smaltimento dei rifiuti, proposte spesso utopistiche di difficile o quasi impossibile realizzazione. 

Voglio provare a smentire questo assioma illustrando un percorso che attiene alla prevenzione ed alla riduzione. Si tratta di azioni politiche concrete che, se intraprese dall’Amministrazione Comunale di Roma, potrebbero realmente iniziare a costituire quel “cambio di passo” e quella “discontinuità” con il passato che in molti stiamo aspettando.

Prevenire e meglio che curare!

Per questo la prima delle azioni di un’amministrazione locale nell’approccio alla gestione dei rifiuti non può che essere la prevenzione.

La prevenzione “può e deve” portare ad una minore produzione di rifiuti e ad una riduzione della loro pericolosità e contribuire alla salvaguardia generale dell’ambiente attraverso:

·         il minor prelievo di risorse naturali dagli ecosistemi e maggiore efficienza nei processi di recupero e trasformazione degli scarti;

·         la sostituzione di risorse non rinnovabili con risorse rinnovabili;

·         la sostituzione di sostanze pericolose con sostanze non pericolose a basso o nullo impatto ambientale.

Prevenire significa anche riprogettare i prodotti e ripensare i processi produttivi per ottenere:

·         un maggior utilizzo di materiali di recupero (materie prime-seconde provenienti dalla raccolta differenziata di qualità) nei processi produttivi dei beni di consumo;

·         un uso maggiore di beni di consumo costituiti da monomateriale, o con basso numero di materiali diversi (poliaccoppiati, etc);

·         materiali ben identificali dall’utenza e facilmente avviabili al recupero post-mortem;

·         facilità di montaggio e smontaggio a fine utilizzo;

·         un utilizzo di tecnologie non inquinanti nei processi produttivi a partire dall’impiego di energia da fonti rinnovabili;

·         un incentivazione al cambiamento degli stili di vita, capaci di condizionare le produzioni, attraverso la sensibilizzazione dei consumatori;

·         la crescita dell’uso dei marchi di qualità (Ecolabel).

Ma oltre le azioni sopra descritte, che riguardano principalmente il ciclo di vita dei prodotti e le imprese che li producono, gli Enti Locali possono realizzare iniziative importanti e interventi fondamentali ai fini della prevenzione della produzione di rifiuti.

Le Amministrazioni possono attuare linee strategiche rivolte a ridurre la produzione di rifiuti che devono essere intese come passaggio irrinunciabile delle azioni di gestione degli stessi e devono essere guidate dai seguenti obiettivi generali:

·         sostenere forme di consumo e di distribuzione delle merci che riducono la produzione di rifiuti;

·         sostenere la diffusione e l’utilizzo di prodotti che riducono la produzione di rifiuti;

·         ridurre i consumi di beni a perdere quando questi sono sostituibili, a parità di prestazioni, da prodotti riutilizzabili;

·         ridurre l’immissione di rifiuti verdi ed organici attraverso il sostegno e la valorizzazione del compostaggio aerobico domestico.

Ad esempio l’Amministrazione Comunale attraverso protocolli d’intesa, partenariati virtuosi e veri e propri accordi di programma, stipulati di concerto con le rappresentanze di categoria degli esercizi commerciali, delle aziende della grande, media e piccola distribuzione, delle associazioni dei consumatori ed altre amministrazioni, può programmare e incentivare concrete azioni mirate.

Con il complesso degli uffici della P.A., dai livelli nazionali a quelli locali presenti a Roma, pervenire ad un rigido accordo di programma per promuovere ed incentivare:

·         l’obbligo del riciclo della carta e dell’utilizzo di carta riciclata;

·         il recupero e il riciclo, attraverso contratti di assistenza con aziende autorizzate, del toner esausto e delle cartucce;

·         installazione nelle sedi di lavoro di macchine distributrici per prodotti di consumo a bassa produzione di rifiuti  per bevande alla spina e snack senza imballi;

·         il ritorno a sistemi di noleggio o leasing, con assistenza e recupero finale programmato di arredi, strumenti tecnici e veicoli;

·         obbligo di inserimento nei capitolati dei centri d’acquisto ed approvvigionamento di forniture di prodotti e servizi ecologicamente sostenibili (Green Public Procurement).

Con i gestori delle mense scolastiche, aziendali, sociali, etc. , è possibile stipulare accordi e inserire obblighi per:

·         l’eliminazione di contenitori a perdere per tutte le bevande e per la distribuzione di alimenti (bicchieri, stoviglie, posate usa e getta) con prodotti riutilizzabili;

·         il ricorso a sistemi alla spina per l’erogazione di acqua minerale o naturalizzata proveniente dalle sorgenti del Lazio (filiera corta);

·         il recupero e la successiva distribuzione, attraverso la rete dei servizi sociali, degli avanzi alimentari cucinati.

Con gli esercizi pubblici di somministrazione e ristorazione (bar, ristoranti, etc.) è possibile prevedere:

·         l’erogazione alla spina di acqua minerale o naturalizzata proveniente dalle sorgenti del Lazio;

·         l’introduzione dei vuoti a rendere per alcune categorie di bevande.

Con le catene della grande distribuzione l’accordo di programma dovrebbe favorire:

·         la diffusione di sistemi di distribuzione con gli erogatori alla spina per alcuni prodotti come detergenti per la pulizia personale e della casa, bevande, alimenti per animali, etc;

·         la vendita di bevande in contenitori riutilizzabili con deposito cauzionale (vuoto a rendere);

·         la vendita di prodotti alimentari al dettaglio che riducano la presenza di imballi o che prevedano l’utilizzo di imballi in materiali compostabili o riutilizzabili;

·         l’impiego di imballaggi per il trasporto riutilizzabili, sia nel settore all’ingrosso (pallet) sia nel settore delle cassette plastica/legno per i prodotti ortofrutticoli;

·         il recupero delle derrate alimentari prossime alla scadenza e la loro distribuzione attraverso la rete dei servizi sociali e della cooperazione.

Molte altre azioni possono essere proposte e realizzate; dai responsabili della governance locale devono partire sollecitazioni per l’attivazione, ad ogni livello, di tavoli di concertazione con enti e operatori economici finalizzati alla stipula di accordi volontari e virtuosi per la riduzione della produzione di rifiuti.

Studi di settore hanno previsto che per il Comune di Roma, attuando gli interventi di prevenzione e riduzione sopra elencati, sia possibile stimare una riduzione di circa il 20% dell’attuale produzione di RSU.

In concreto, rispetto agli attuali circa 500 kg ad abitante per anno, si potrebbe raggiungere nell’arco di due anni di applicazione delle strategie previste ad una produzione di circa 400Kg ad abitante per anno, con una riduzione annua.

L’Amministrazione Comunale ha la possibilità concreta di guidare, in favore di tutti i residenti nel proprio territorio, una modificazione virtuosa degli “stili di vita” che indirettamente andranno a modificare “il mercato” obbligando i fornitori di beni e servizi ad adeguarsi.

      L’azione può diventare ancora più incisiva con l’approvazione di norme amministrative mirate alla regolamentazione di determinati consumi di beni o alla limitazione della produzione di specifici rifiuti.

      Nel nostro Paese ci sono Amministrazioni comunali che hanno approvato delibere che obbligano l’utilizzo di materiale non di tipo “usa e getta” nelle mense pubbliche, nella ristorazione collettiva ed obbligano la sostituzione di parte dei contenitori per bevande a perdere con contenitori a rendere.

Ma l’azione dell’Ente Locale può andare oltre prevedendo, attraverso atti normativi, di:

·         riservare risorse economiche mirate e procedure di detassazione dirette ad incentivare il riutilizzo e la riduzione della produzione dei rifiuti;

·         attuare azioni informative, di promozione sociale e di assistenza tecnologica;

·         promuovere accordi tra l’imprenditoria locale e le Università impegnate in tema di sostenibilità delle merci e di sviluppo di tecnologie più pulite;

·         favorire, d’intesa con la Camera di Commercio e con le imprese artigianali, percorsi incentivati diretti a conseguire la certificazione ecolabel;

·         promuovere, programmare e coordinare politiche di scambio e baratto di arredi, vestiti. Etc.;

·         modificare normative esistenti come “il regolamento edilizio” prevedendo il recupero di detriti da demolizione nel comparto delle opere civili;

·         rendere obbligatorio per tutti gli eventi pubblici, nonché quelli patrocinati o oggetto di contributo, l’utilizzo di stoviglie biodegradabili e compostabili e sistemi premianti per il recupero dei contenitori di bevande.

Un altro interessante settore d’intervento che è possibile prevedere nelle azioni di riduzione, per alcuni quartieri di Roma in particolare, è rappresentato dalla raccolta del verde di manutenzione da utenze domestiche con la realizzazione di aree di compostaggio vegetale aerobico, finalizzando questa produzione all’utilizzo come concime naturale e biologico nella crescente esperienza degli “orti urbani”.

L’attuazione del piano d’azione di prevenzione da parte dell’Amministrazione Comunale deve necessariamente essere accompagnata da costanti iniziative di informazione e coinvolgimento delle realtà sociali, economiche e produttive della città come comitati, associazioni, sindacati, forum di agenda 21, scuole, etc.

Da ultimo, ma fondamentale per la riuscita di un concreto progetto di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, deve essere l’istituzione di adeguati servizi di sorveglianza, sanzione e correzione di pratiche non adeguate con l’istituzione di gruppi di “volontari della prevenzione rifiuti”.

Quanto sopra esposto non ha la pretesa di essere esaustivo rispetto a tutte le strategie di prevenzione che è possibile mettere in campo, vuole però essere da stimolo per avviare un confronto che porti questa città a recuperare il terreno perso in un settore la cui gestione rappresenta un aspetto determinante per il futuro di Roma.

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