Tumore dell’amianto, le promesse di due studi italiani

 

ROMA – Sperimentata l’efficacia di nuovi farmaci per trattare il mesotelioma, si cerca anche di individuare nuovi marker per la diagnosi precoce. 

La ricerca italiana è in prima linea per il trattamento del mesotelioma pleurico, un cancro polmonare maligno la cui insorgenza è fortemente associata all’inquinamento da amianto (da qui la definizione ‘tumore dell’amianto’). Ne danno la prova due studi coordinati dai team nostrani dell’Università di Siena e dell’Istituto tumori di Napoli-Crom, recentemente pubblicati a livello internazionale.

Nel primo, apparso sulle pagine di “Cell Cycle”, i ricercatori hanno testato l’effetto di nuovi agenti antitumorali su cellule di mesotelioma.
“In questo lavoro – spiega una nota dell’azienda ospedaliera senese – sono stati utilizzati dei farmaci ideati per riattivare la proteina P53, uno dei più importanti oncosoppressori noti, che viene disattivato nella maggior parte dei tumori umani”.

Sulla stessa linea il secondo lavoro, pubblicato su “Cancer biology and therapy”, in cui è stata sperimentata una nuova molecola terapeutica, l’Mk-1775, in combinazione con il cisplatino.
“Il mesotelioma – afferma Antonio Giordano, docente di Anatomia e istologia patologica presso l’Ateneo senese, che ha coordinato le ricerche – è un tumore molto aggressivo che ha origine dalla trasformazione neoplastica del mesotelio, il sottile tessuto che avvolge la cavità pleurica e altri organi interni e ha come principale fattore responsabile l’esposizione all’amianto. I nostri studi sono mirati alla identificazione di nuove terapie molecolari promettenti, che potrebbero essere velocemente traslate alla clinica. L’Mk-1775, ad esempio, è già in fase di sperimentazione clinica per altri tipi di tumori in diversi studi negli Stati Uniti”.


 

Condividi sui social

Articoli correlati