Tiziano Terzani: una mostra e un film celebrano il grande giornalista

ROMA – Tiziano Terzani un grande giornalista, un grande scrittore, un grande uomo. Un amante della Storia e del mondo che ha voluto vivere e scoprire in prima persona, ma soprattutto raccontare dal suo sempre personalissimo punto di vista.

Un uomo singolare, una personalità carismatica e straordinaria che verrà celebrata attraverso un’esposizione dal titolo “Tiziano Terzani Clic! 30 anni d’Asia. La mostra” a Roma, a Palazzo Incontro, dal 23 marzo al 29 maggio 2011 e anche attraverso un film “ La fine è il mio inizio” che uscirà nelle sale italiane il 1 aprile con Bruno Ganz e Elio Germano per la regia di Jo Baier.
La mostra che inaugurerà questa sera, promossa dalla Provincia di Roma, è stata curata dal figlio Folco e  raccoglie circa 100 scatti dei Paesi dell’Asia dove Terzani ha trascorso 35 anni:  il Vietnam, la Cina di una volta, le Filippine, il Giappone, l’India. Le foto scattate dal giornalista suggeriscono il suo totale desiderio di immergersi in questo mondo, di conoscerlo, possederlo ma anche restituirlo generosamente agli altri. “Ci andai (in Asia) anzitutto perché era lontana, perché mi dava l’impressione di una terra in cui c’era ancora qualcosa da scoprire. Ci andai in cerca dell’altro, di tutto quello che non conoscevo, all’inseguimento di idee, di uomini, di storie di cui avevo letto.  E  ancora “ Io sono qui alla ricerca di una cultura che sia in grado di resistere alla modernità di tipo occidentale. Sono curioso di vedere come funziona un mondo non ancora retto esclusivamente dai criteri dell’economia. Questo è il mio interesse al momento”.

Le foto non solo raccontano quei luoghi ma anche “l’uomo” Terzani, lo sviluppo delle sue idee e del suo modo di essere. L’Oriente viene vissuto da Terzani sia quotidianamente che spiritualmente e sempre attraverso una visione del tutto personale, per questo ha sempre seguito i “suoi” percorsi, talvolta anche incerti, ma mai già battuti o guidati da altri. Ventidue di queste foto in esposizione sono inedite e sono dedicate allo sconosciuto regno del Mustang di cui davvero pochissimi conoscevano l’esistenza, una delle regioni più isolate dell’Himalaya, dove davanti agli occhi si dispiega  solo “un grandissimo niente”.

Anche negli anni della malattia, quando ormai si era praticamente ritirato nel suo rifugio sull’Himalaya, Terzani non è riuscito a trattenere la sua curiosità di uomo e di cronista (è stato corrispondente per Der Spiegel, e collaboratore di Repubblica e del Corriere della Sera) e nel 2001 allo scoppio della guerra anti-talebana in Afghanistan, lui era già a Peshawar, nonostante fosse un giornalista in pensione, per vedere coi suoi occhi quella che sarebbe stata poi la sua ultima guerra. Da quell’esperienza ne ha tratto il libro “Lettere contro la guerra” che mai come oggi risulta essere così attuale:  “Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può non deve essere normale, di questa normalità dovremmo avere vergogna. Allora io dico: fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza. Facciamo ognuno qualcosa…. Nessun altro può farlo per noi”.
Il film “La fine e’ il mio iniziò”, che in Germania ha già riscosso un notevole successo,  è  invece sceneggiato da Ulrich Limmer e Folco Terzani.  Il giornalista e scrittore è interpretato da Bruno Ganz, mentre il figlio Folco  ha le sembianze di Elio Germano. Questo film rappresenta un ulteriore momento per avvicinarsi alla figura di Tiziano Terzani, un’occasione per comprendere lo spirito della sua ricerca incessante per dare un senso alla vita ma anche alla morte. Il film si sviluppa attraverso un dialogo e un percorso che padre e figlio fanno insieme, proprio mentre Terzani si avvicina alla morte e decide di viverla con leggerezza, convincendo tutti che non c’é poi niente di così drammatico. Come racconta il figlio Folco infatti nel momento della sua morte la sua faccia era di “trionfo, distacco e serenità”.

 

Il trailer

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