“Comunicazioni & Lotte”. Un coro di voci nella crisi, contro la crisi

Sabato 9 aprile 2011 dalle ore 10 alle 17 e domenica 10 dalle 9 alle 13 si terrà presso la casa delle Culture la due giorni su “Comunicazione e lotte”

ROMA – “Comunicazione e lotte”. Questo il titolo scelto per un primo incontro di media impegnati contro la crisi che si è tenuto a Roma lo scorso 15 gennaio e ha visto confrontarsi numerose esperienze dell’informazione cartacea e informatica, professionisti e soggetti che stanno provando a raccontare sperimentando nuovi percorsi la realtà del Bel Paese. Un momento, parziale, dove mancavano molte delle tante realtà impegnate nella libera informazione, in cui, partendo dall’autonomia e dalla soggettività delle singole esperienze, è emersa la necessità di allargare il campo dei soggetti con cui costruire un percorso di collaborazione, inclusivo e condiviso. Una linea di azioni in comune che ha riscosso adesioni e consensi al meeting “Uniti contro la Crisi” di Marghera, svoltosi la settimana successiva. L’obiettivo può essere quello di creare una massa critica in grado di agire sia nella difesa, rispetto alla forza soverchiante dell’informazione ordinaria, che nella prospettiva di una maggiore diffusione dei contenuti propri dei movimenti, alla ricerca costante di una “notiziabilità” slegata dal circuito mainstream e nella consapevolezza della crossmedialità.Occorre ridefinire una plurale e non subalterna agenda della comunicazione, capace di intervenire in maniera eversiva sul senso comune ribaltando la gerarchia fra ciò che è importante conoscere e ciò che riguarda esclusivamente l’autonarrazione del potere.

 

Proponiamo in tal senso di dare vita ad una giornata di confronto che abbia proprio il tema della “comunicazione e lotte”al centro della discussione. Un momento che sappia aggregare le realtà, lontane o vicine tra loro, impegnate nel campo dell’informazione, ufficiale o no, poco importa, tra addetti ai lavori, saperi e intelletti, blogger e giornalisti, di siti o di carta stampata, realtà sociali in lotta e soggetti di approfondimento culturale. Tanti portali, blog, ma anche  quotidiani e periodici raccontano ogni giorno una crisi, sociale ed economica, politica e culturale, sempre più diffusa. Tante voci che non riescono quasi mai a contaminarsi, mentre è sempre più forte l’esigenza di formare, almeno su una serie di temi, di vertenze, di campagne, un coro capace di essere udito da ogni direzione, da chi esprime la sua insoddisfazione per i grandi media ma pretende al tempo stesso un lavoro di inchiesta che a volte richiama al vituperato termine contro/informazione. Dallo sciopero generale del 6 maggio al referendum per l’acqua, alle infinite vertenze territoriali, tematiche e di base, solo per fare alcuni esempi, sono questi le tipologie di argomenti per il quale crediamo sia necessario un terreno comune da praticare. Non proponiamo nessuna con-fusione. Che ognuno agisca in piena autonomia ma trovi modo di intersecare i propri messaggi con quelli altrui, che provi a dotarsi anche della forza di essere ricettore e propulsore di altrui contenuti. Ma vorremmo anche un incontro capace di individuare obbiettivi concreti, capaci di imporre dibattito e discussione da cui uscire con proposte operative che vedano al centro la partecipazione diffusa e orizzontale, in cui, partendo dall’insufficienza delle singole esperienze finora attive, si gettino le basi per una politica reticolare. Resteranno le nostre differenze e i nostri sguardi sul mondo, resteranno quelle che abbiamo individuato come priorità nel conflitto, ma può realizzarsi un contesto in cui pratiche diverse, esperienze specifiche, intuizioni e suggestioni, trovino un terreno comune per narrarsi e per imporsi come sistema di re- informazione plurale. Dovrà essere un incontro importante non solo nel dibattito che potrà suscitare ma anche per quei momenti informali, i faccia a faccia davanti a un bicchiere di vino, in cui poter trovare nessi e costruire legami e relazioni. Ci sono i margini per immaginare una “Piazza Tahir” dell’informazione, capace di irrompere e di pretendere, di mettere granelli di sabbia in un mondo comunicativo subalterno a grandi poteri.

 

Informazione e potere
Laboratorio nella pratica del consenso. A questo il connubio tutto italiano tra informazione e potere sta relegando la comunicazione. E in questo scenario non è più sufficiente far valere il semplice principio dell’accesso paritetico ai mezzi dell’informazione: perché il potere è l’informazione, soprattutto oggi quando di fronte all’ennesima “guerra umanitaria” non solo tornano i bavagli di una vera e propria propaganda guerrafondaia, ma si assiste all’utilizzo strumentale delle giuste rivolte dei popoli per “avallare” azioni di guerra di stampo colonialista. Per ribaltare tale schema è necessaria tanto un’analisi sotto il profilo legislativo, costituzionale e democratico quanto rispondere a una serie di quesiti. Come fare oggi informazione? Dove andare a trovare un pubblico non ancora costruito dal controllo mediatico? Come aggredire il pubblico mainstream? Come affrontare i limiti di una comunicazione “embedded” in mano ai capi di Stato Maggiore? In poche parole, qual è lo spazio per un’altra informazione?

Reale e virtuale in rete
Amata e odiata, la rete è sicuramente il massimo esempio di democraticità nell’informazione e di libertà di espressione. I siti, i blog, i social network stanno rivestendo, in questa stagione di lotte, un’importanza prima inimmaginabile: luogo di incontro, di divulgazione, di condivisione. Agenda, mappa, diario. Il movimento studentesco nel nostro paese ha fatto della rete il proprio motore per l’azione, riuscendo per la prima volta a chiudere il cerchio reale-virtuale-reale, cosa non riuscita agli altri movimenti rimasti “di opinione” e mai diventati “di massa”. Sull’esempio dei portali studenteschi, l’informazione è chiamata a fare i conti con la necessità di chiudere a sua volta il cerchio reale-virtuale-reale al fine di non rimanere confinata nella lettura della realtà in una dimensione esclusivamente virtuale.  

La voce delle lotte
Iniziata con la rappresentazione della crisi “sui tetti”, questa fase di lotte continua ad avere un’uscita massmediatica fortemente autogestita. Riteniamo, però, che ora è il momento che questa pratica narrativa trasformi lo “stato di crisi” in “crisi dello stato”. A tal fine è necessario accompagnare alla rappresentazione delle lotte un livello organizzato di mappatura, di inchiesta, di approfondimento sui temi scatenanti le lotte stesse: libero mercato, privatizzazioni, gestione personale della cosa pubblica, rendita (finanziaria, fondiaria, immobiliare), etc. Un panorama in cui possono concorrere blog, siti, radio, tv, quotidiani, riviste, libri.

Cassetta degli attrezzi
Idee e proposte per un’altra informazione

per info: [email protected]

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