Università e ricerca. Il governo forse ritira i tagli. LINK e ADI, ora servono investimenti

Il dietro front dell’esecutivo dovuto alla iniziativa  di studenti e dottorandi

ROMA – Il Governo avrebbe eliminato tutti i tagli al Fondo di Funzionamento Ordinario delle Università e al fondo per gli enti di Ricerca previsti nel “Decreto Spending Review”. La notizia è circolata  negli ambienti universitari ma ancora non ha trovato con ferma anche se agenzie di sgtampala danno per certa.

La modifica sarebbe contenuta all’interno di un testo più volte modificato a seguito  del dibattito che si era sviluppato su questo tema.   Il teste sarebbe alla firma del Presidente della Repubblica. “In attesa di ulteriori conferme in relazione alla cancellazione di tutti i tagli previsti dalla bozza iniziale – dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – riteniamo questo un gesto di mero buon senso da parte del Governo Renzi al quale non possiamo che ribadire che ora più che mai è necessario investire nell’Università, aumentando in modo considerevole il budget del F.F.O., restituendo all’Università i miliardi sottratti da anni di tagli lineari”. 

“Se la scelta risparmiare gli enti di ricerca dall’ennesima decurtazione dovesse essere confermata – aggiunge Antonio Bonatesta, Segretario dell’Associazione Dottorandi e dottori di Ricerca (A.D.I.) – saremmo solo a metà dell’opera giacché è fondamentale una netta inversione di tendenza rispetto alle scelte economiche sulla Ricerca imboccando la strada dello sblocco totale del turn over e l’avvio di un piano straordinario di reclutamento per ricercatori e docenti universitari”. 

“Riteniamo l’eventuale dietrofront del Governo – concludono Campailla di LINK e Bonatesta di A.D.I. – direttamente addebitabile alla denuncia posta in essere da studenti e dottorandi, denuncia che aveva trovato ampissima condivisione da parte dell’intera comunità accademica nazionale, ad eccezione della C.R.U.I. (Conferenza Rettori Italiani), rimasta inspiegabilmente silente dinanzi all’ennesimo scippo al sistema universitario nazionale e al futuro de paese. Durante il periodo necessario per la conversione del Decreto in legge porteremo avanti le mobilitazioni promesse per costringere il Governo a rilanciare il settore dei saperi e della conoscenza.”

 

 

 

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