Università. Il tavolo di riforma del numero chiuso priorità per il Paese

Numero chiuso: Lorenzin esprime perplessità ma gli studenti non accettano passi indietro 

Il giorno dopo l’ufficialità dei risultati delle elezioni europee con una sorprendente dichiarazione la Ministra della Sanità Lorenzin smentisce se stessa sul numero chiuso ed in particolare sulla proposta della Ministra Giannini di introdurre in Italia un sistema di selezione simile a quello francese, su cui da sempre gli studenti hanno posto molte perplessità.

“L’apertura al sistema francese della Ministra Giannini – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti – non fa che procrastinare il problema della selezione, mantenendola su rigidi criteri nozionistici, e senza invece affrontare alcune questioni che stanno a monte: l’investimento nell’università per la garanzia di didattica di qualità, servizi, materiali e laboratori adeguati, il potenziamento dei sistemi di orientamento universitario, un serio ripensamento delle modalità di didattica e valutazione all’interno degli Atenei. Tuttavia, come più volte abbiamo ripetuto, questa apertura segue mesi di protesta diffusa contro i test ed è un primo passo importante per la messa in discussione radicale del sistema di sbarramento all’accesso universitario. “

“Il MIUR e il governo tutto devono fare i conti con quanto da anni gli studenti in mobilitazione denunciano: il definanziamento e la privatizzazione del sistema universitario mettono a rischio il futuro di un’intera generazione, quello del nostro sistema sanitario e del Paese tutto. – continua Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario –  Liberarsi dell’attuale sistema di selezione è necessario infatti non soltanto per restituire dignità e libertà di scelta agli studenti ma anche per risollevare l’intero sistema sanitario, oggi al collasso a causa del suo sottofinanziamento e del blocco del turn over. E’ evidente che oggi serve un grande piano di investimento nella sanità pubblica: l’apertura dei corsi di laurea in medicina, superando le direttive a livello europeo, è solo un tassello. Formare e assumere più giovani medici significa tutelare il diritto allo studio e il diritto alla salute di tutte e tutti.

“Riteniamo inaccettabile che il tema del numero chiuso e quindi del futuro di migliaia di studenti e studentesse sia utilizzato strumentalmente per una resa dei conti post-elettorale tutta interno all’esecutivo – conclude Federico del Giudice della Rete della Conoscenza -. Chiediamo che il MIUR ed il Governo tutto rispettino con celerità gli impegni presi circa l’istituzione di un tavolo di confronto con gli studenti, che permetta di costruire una proposta alternativa a quella attuale, che sia realmente condivisa e utile rispetto ai drammi prodotti dalle politiche in materia d’istruzione degli ultimi governi”

— 

Condividi sui social

Articoli correlati