Il caso Darius,linciato e abbandonato in coma. In che terreno affondano le radici dell’odio?

 

MILANO – Venerdì scorso un adolescente rom di 16 anni, Darius, è stato linciato e abbandonato in coma, martoriato da ferite e traumi gravissimi, dentro il carrello di un supermercato che si trova lungo la Nazio­nale 1, nel comune di Pierrefitte-sur-Seine, alla peri­fe­ria di Parigi. Secondo le prime indagini delle autorità, i suoi carnefici sarebbero alcuni abitanti della stessa zona, convinti che Darius fosse l’autore di alcuni furti.

Il giovane è rico­ve­rato all’ospedale Lari­boi­sière a Parigi, sospeso fra la vita e la morte. Una vicenda terribile, che testimonia quanto odio circondi i Rom nell’Unione europea. Nel 2008 a Pesaro abbiamo difeso un giovane Rom che aveva subito un pestaggio e che era nel mirino di razzisti e neonazisti. Istituzioni, autorità, cittadinanza e gruppi intolleranti, in quel caso, si schierarono – tutti insieme – contro la famiglia del giovane e contro di noi. Subimmo minacce, convocazioni in questura, intimidazioni da parte dei politici locali e un agguato da parte di neonazi. Riuscimmo a pubblicare la vicenda sulla stampa cittadina e a sollecitare un intervento da parte di parlamentari europei verso le istituzioni locali. E resistemmo con coraggio: Dario, Fabio, Steed, i Rom Ipat e Americano: tutti noi resistemmo per affermare il diritto alla vita, all’incolumità, alla dignità, alle opinioni. Nessuna indagine venne effettuata nei confronti dell’aggressore (identificato, dietro coraggiosa denuncia della vittima, dalle forze dell’ordine) né dei neonazisti. Al contrario, la procura pesarese di lì a poco avrebbe aperto un procedimento nei nostro confronti, accusandoci di “calunnia” contro le istituzioni locali, riguardo a un caso quasi contemporaneo, in cui protestammo contro la sottrazione di un bambino alla famiglia Rom, “colpevole” di povertà ed esclusione sociale. Grazie all’intervento delle Nazioni Unite, del Parlamento europeo e di tante organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, la stessa procura archiviò il caso, che tuttavia ci costrinse a sostenere pesantissime spese legali per la difesa. La tragedia che ha colpito Darius in Francia è il prodotto di questa cultura antidemocratica e incivile, condivisa purtroppo da autorità e istituzioni ai massimi livelli.
 

 

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