Scuola. Attenzione all’iscrizione, la tassa che non esiste, è un abuso di ufficio

ROMA – Dopo  molte segnalazioni da parte dei nostri lettori dobbiamo ritornare sull’annosa questione delle tasse scolastiche. Molti genitori, infatti, iscrivendo il loro figlio alle scuole, magari al primo anno di superiore, vengono assillati dai direttori didattici per versare una quota obbligatoria d’iscrizione.

E’ un abuso bello e buono. La legge parla chiaro e non lascia adito a nessun dubbio e vale per tutte le scuole dalle medie ai licei passando per le scuole professionali. Lo stesso ministero della pubblica istruzione ha ribadito recentemente che i contributi scolastici  sono esclusivamente volontari, come riporta questa missiva a firma del Capo dipartimento della Pubblica istruzione, Lucrezia Stellacci.

Se ci sono scuole che lo richiedono in forma obbligatoria, basta segnalarle all’Ufficio Scolastico Regionale della vostra regione. Addirittura può capitare che qualche scuola tiri in ballo il regio decreto legge n. 749 del 15 maggio 1924 per obbligare i genitori a versare un contributo di laboratorio per iscrivere il proprio figlio. Altro abuso. 

Va ricordato che eventuali contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto. Il comma 622 della legge 296/2006 (finanziaria 2007), intervenendo nuovamente sul tema dell’obbligo di istruzione, della durata di dieci anni e del suo innalzamento, ha tra l’altro stabilito che “resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226”. Insomma non vi è nessun obbligo di versare alcuna tassa all’istituto scolastico.

La circolare ministeriale inviata in data 5 febbraio 2014 firmata dal direttore generale Carmela Palumbo ribadisce la questione e informa dettagliatamente sulle esenzioni.

Resta inteso che come riporta il testo “le famiglie degli studenti che si iscrivono alla scuola primaria e secondaria di grado (istruzione obbligatoria) sono esonerati dal pagamento delle tasse primo scolastiche erariali; con la C.M. n. 2 del 4-1-2006 e con la C.M. n.13 del 30-1-2007 è stato precisato che l’esonero è stato esteso anche agli studenti che si iscrivono al primo, secondo e terzo anno dei corsi di studio degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado. Tale esonero resta confermato anche per l’anno scolastico 2014/2015, risultando immutato il regime di adempimento dell’obbligo di istruzione”.

Quindi attenzione i cittadini possono tranquillamente rivendicare la gratuità della scuola come loro sacrosanto diritto e non pagare una tassa che tassa non è.

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