Politicamp 2014. La sinistra riparte da Livorno con Pippo Civati

 

Costituita l’associazione Possibile

ROMA – Se qualcuno dichiara ancora che la sinistra è morta e sepolta commette un grave errore. La prova madre arriva ancora una volta dalla 3 giorni della Politcamp, la tre giorni organizzata dal deputato Pippo Civati che si è conclusa domenica. Tre giorni in cui si è respirato un clima di sinistra, di cui, in tutta sincerità se ne sentiva la mancanza. “Siamo un po’ più ambiziosi”, aveva detto Civati, vogliamo unire la sinistra, cerchiamo di unire chi sta nel PD perchè crede in un grande partito di governo e però vuole anche un pluralismo interno”. E così è stato osservando gli ospiti che si sono dati appuntamenti al Politcamp. Fabrizio Barca, Maurizio Landini, Nadia Urbinati, Maria Chiara Carrozza, Stefano Fassina, la neo europarlamentare Elly Schlein, Vannino Chiti, Pietro Folena. Ma non solo. Il clima, come già detto, è stato quello di abbattere le barriere e di riunire nuovamente una sinistra un po’ perduta negli ultimi anni. Non è un caso che fossero presenti anche gli esponenti della lista Tsipras, come Marco Furfaro, dei Verdi e di Sel con Nichi Vendola. Pezzi della cosiddetta sinistra antagonista che non hanno mai smesso di pulsare e ora tornano a confrontarsi sui grandi temi dando un’indiscutibile prova di viva esistenza intellettuale. E di confronti in questa tre giorni ce ne sono stati parecchi, seguiti da giovani giunti da ogni parte d’Italia. Indubbio che sono emerse anche le contraddizioni interne al Pd, specie in un momento delicato come questo, in cui Matteo Renzi continua a dettare imperterrito la sua agenda, ovvero facendo il bello e il cattivo tempo. Un motivo in più per Civati che punta ad unire le anime plurali della sinistra tenendo a puntualizzare che questa non è una prova di scissione. In questa tre giorni è nata anche l’associazione Possibile, che lo stesso deputato democratico ha promosso: “Cerchiamo di unire chi sta nel Pd perché crede in un grande partito di governo però vuole anche un pluralismo interno”, precisa Civati che accusa Renzi di guidare il partito in modo autoritario. Le contraddizioni interne al Pd e in questo governo sono lampanti e sono emerse in maniera inconfutabile durante gli interventi che si sono susseguiti nella tre giorni. Dalle ricette economiche renziane, con i suoi 80 euro fino alla jobs act Come ha detto Civati: “Penso che sia molta politica da fare. E’ una riunione di tutti quelli che hanno un pensiero critico – ha poi aggiunto – non necessariamente verso il governo, verso il Pd e dentro il Pd: c’è tutta questa retorica della contrapposizione che a me non piace nulla”. Chissà che questo sia il momento buono per far ripartire una massa critica che sembra spesso annegare in quello che Pasolini chiamava la grande omologazione. Non è un caso se in questa tre giorni qualcuno ha iniziato a rivolgersi esordendo con “compagni”.

 

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