Roma Social Pride denuncia i soliti metodi

“Muscoli mostrati ai deboli mentre i piùforti agiscono indisturbati. Spintoni, calci, spray al peperoncino fino all’esibizione di una pistola. A fronte delle enormi somme spese per “l’emergenza rom”, l’unica soluzione èlavorare per l’inclusione”

ROMA – “Come Roma Social Pride denunciamo con forza la situazione che si ècreata in seguito all’incendio divampato presso il centro d’accoglienza di via Amarilli a Roma la notte tra domenica e lunedìscorsi”, è quanto diffonde in una nota il Roma Social Pride.

“Lìnumerose famiglie rom, trasferite nel febbraio del 2010 in seguito al famigerato Piano Nomadi di Alemanno, sono state evacuate in attesa che le autoritàcompetenti decidessero sulla stabilitàed agibilitàdella struttura. Nella notte tra lunedìe martedì,  – continua la nota – i rom, bambini, adulti ed anziani, tra cui alcune persone seriamente malate, hanno atteso la decisione per strada, davanti al centro d’accoglienza, finchéquesta mattina il solito intervento in grande stile degli uomini agli ordini del vice comandante Di Maggio ha contribuito a far precipitare la situazione. Alla richiesta di Di Maggio di allontanare i veicoli per favorire l’ingresso dei mezzi inviati per la “bonifica”del centro, alcuni rom avrebbero vivacemente protestato e, per tutta risposta, gli agenti, giànoti per le loro “intemperanze”, hanno usato le maniere forti: spintoni e calci, fino all’esibizione di una pistola. Il comandante, dal canto suo, ha pensato bene di spruzzare spray al peperoncino verso una ragazza che, al termine della colluttazione, ha anche riportato ecchimosi sul corpo. L’intervento si èquindi concluso con due fermati, un minorenne, rilasciato nel pomeriggio, ed un adulto ulteriormente trattenuto per accertamenti”.

“Quello di via Amarilli èun vero e proprio tugurio dove le famiglie rom sono assiepate in stanze fatiscenti, alcune prive di finestre, e dove le piùelementari norme di igiene e sicurezza sono del tutto violate. Il compenso pagato dall’Amministrazione capitolina per un servizio di accoglienza cosìindecente ènon solo esorbitante ma sicuramente potrebbe essere utilizzato in progetti di inclusione sociale e  permetterebbe ai cittadini rom di intraprendere percorsi di autonomia e superare la necessitàdell’assistenza”. 

“La situazione che si ècreata – conclude la nota –  non fa che dimostrare ancora una volta che le enormi somme elargite per questo tipo di servizi di accoglienza non portano soluzioni positive, anzi creano situazione dannose riproducendo logiche assistenzialiste. Roma Social Pride continua a chiedere con forza il superamento dei campi rom e dei centri di accoglienza di grandi dimensioni che non rispettano la dignitàdelle persone e non garantiscono la dignità, i diritti e i percorsi di inclusione sociale.

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