Cementificazione, riqualificare l’esistente e non continuare a costruire su nuove aree

ROMA – «Proseguendo a questi ritmi nella cementificazione si rischia di aggravare il già precario equilibrio del territorio italiano. Bisogna decidersi a invertire la rotta e per farlo è necessaria una fattiva collaborazione tra istituzioni e soggetti privati. Ci vogliono politiche favorevoli alle riqualificazioni al posto di quelle che spingono a continuare a costruire, favorendo gli intenti speculativi.

È vitale concentrarsi sullo snellimento delle procedure burocratiche, specialmente quelle degli enti locali: se per abbattere un vecchio edificio e ricostruirlo ci vogliono quindici anni e una lista infinita di pratiche e carte bollate, è evidente che i centri urbani continueranno a svilupparsi verso l’esterno, con tutte le conseguenze del caso. Non occorre attendere altri disastri per convincersi a cambiare strada».

Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso la facoltà di Architettura dell’università La Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, commentando il rapporto 2015 sul consumo di suolo in Italia presentato oggi dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).

«Anche per ciò che riguarda le regolarizzazioni, la burocrazia rappresenta un ostacolo micidiale – sottolinea Simoncini –. Oggi i Comuni devono ancora completare le istanze di condono presentate trent’anni fa ed incassare i relativi oneri concessori, mentre favoriscono la costruzione di nuovi fabbricati in periferia. Con le procedure tradizionali le domande pendenti necessitano di tempi biblici: in questo modo i cittadini continuano a vivere nell’incertezza e le Amministrazioni locali non incassano quanto permetterebbe loro di realizzare leinfrastrutture necessarie alla messa in sicurezza del territorio. Ci sono nuovi sistemi che permettono di abbattere tempi e costi grazie a procedure snelle e trasparenti: vanno vinte le resistenze e gli interessi di parte che troppo spesso legano a doppio filo enti locali e costruttori».

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