Lavoro minorile. Un fenomeno da debellare

340 mila i bambini lavoratori in Italia

ROMA – Nella giornata mondiale contro il lavoro minorile, l’Organizzazione internazionale del lavoro e Save the Children chiedono l’adozione di un piano nazionale che preveda un sistema di monitoraggio e azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno. Nel mondo, com’è stato diffuso dal Rapporto mondiale sul lavoro minorile 2015 dell’Ilo, sono 168 milioni i bimbi costretti a lavorare (85 mln in attività rischiose) e l’Italia conta 340mila minori sotto 16 anni (28mila in lavori rischiosi). Il picco, nel passaggio alla scuola superiore quando il Paese segna il più alto tasso di dispersione scolastica nell’Unione Europea.

Save The chiuldren fa sapere che è necessario e urgente adottare misure di contrasto.  “Alla vigilia di un anniversario ufficiale – dice Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children – ci ritroviamo a constatare una mancanza di attenzione al lavoro minorile nel nostro Paese,  sia in termini di monitoraggio del fenomeno, che di azioni specifiche per prevenire e contrastare il fenomeno, anche nelle sue forme peggiori, nonostante si tratti di un problema presente e che rischia di peggiorare,  anche a causa della crisi economica”,

“Un bambino costretto a lavorare prima del tempo, avrà il doppio delle difficoltà dei suoi coetanei ad accedere ad un lavoro dignitoso in età più adulta – commenta Furio Rosati, dell’ILO e direttore del programma di ricerca Unicef – correrà molti più rischi di rimanere ai margini della società, in condizioni di sfruttamento. E’ cruciale assicurare ai minori – ha aggiunto – una istruzione di qualità almeno fino all’età minima di accesso al mercato del lavoro per garantire l’acquisizione delle conoscenze base e delle competenze adeguate alle necessità del mercato del lavoro. Dobbiamo impedire che il lavoro minorile comprometta il presente e il futuro dei bambini e agire perché ciò non accada, sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi più benestanti,  Italia inclusa”.

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