Il lupo perde il pelo ma non il vizio

ROMA – C’è gente che non ha mai smesso di cazzeggiare nemmeno giunti alla terza età e con nipotini. Gente vissuta sempre nella bambagia di privilegi e diritti usurpati e non meritati. 

Gente che chiede sempre lo sconto, che al ristorante non vuole la panna, il prezzemolo, l’aglio ma non rinuncia ad ordinare quei piatti con quegli ingredienti che non sopportano. Gente che non fa mai la fila, che non compra mai i biglietti per il teatro, che cucina in casa all’alba e recluta parenti pur di evitare il catering, gente che aspetta i saldi per vestirsi, mendica la dritta di amici competenti e informati per investire o disinvestire in borsa, che si fa ospitare in seconde case, sui panfili che battono bandiera Panamense, che non paga mai le multe, che parcheggia in terza fila, gente che pensa che il mondo sia dei furbi, gente che se la spassa appena ha finito di stipulare, appeso la toga, spento il computer e la calcolatrice.

Ed ecco combriccole di spensierati che si radunano la sera per suonare, cantare ed intrecciare intrighi e giochi di coppie , finte amiche il cui marito o compagno sottostà a prestazioni erotiche in cambio di protezione, sostegno assistenza in vari campi e destinazioni, serate in cui ci si abbraccia e si ride delle ” marachelle ” che si tramano col sorriso splendente. C’è sempre un’ape regina a capo di questi gruppi che più scaltra , danarosa, magari protetta da un cognome altisonante, se la ride e, preda di ormoni che non conoscono  scadenza , tesse le sorti di sudditi imbroglioni quanto lei. Amanti, ex amanti, futuri amanti: uno spasso. E nessuno osa ribellarsi quando cala il sipario sulla fine di una burla annunciata. I vigliacchi tacciono, forse con la coda fra le gambe, ritrovando per pochi istanti un bagliore di consapevolezza, di moralità, di vergogna da rimuovere quanto prima, per continuare a fingere e pensare che cosi va il mondo che non saranno di certo loro a rimetterci per cambiarlo.

Ed ecco l’ape-regina-madre-nonna, in vestaglia panterata – che odia le donne che, però, sa addomesticare –  apparire noncurante  della sua discutibile immagine di seduttrice ad ammiccare e sbattere le palpebre affaticate da una notte insonne. Eccola raccontare barzellette stupide e volgari, mandare email che si rifanno alle catene di St. Antonio degli anni 70 nelle quali si promette impensabili ricchezze in arrivo , convergenze di stelle favorevoli , Feng shui  e fiducia  nella nostra demenza. Un gioco ? Meglio cantare !  Le combriccole si trastullano, progettano i prossimi scherzi riempiendo barattoli di vernice colorata per imbrattare superficie pulite, che probabilmente procurano loro un senso di angoscia incomprensibile. Gli uomini sono divenuti più puttane delle stesse. Oggi, il sesso femminile reso indipendente permette loro di comportarsi come gli uomini peggiori, quelli che molte di noi per fortuna non vorremmo certo avere per modelli ne compagni. Purtroppo,  donne e uomini ieri come oggi, non sanno e non vogliono sapere cosa sia  l’intelligenza, il decoro e la dignità.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe