Nasce la pagina Facebook “Donne che imparano a difendersi”

Istruzioni per imparare a difendersi, con gli strumenti offerti dalla Legge e dallo Stato, da uomini violenti, prevaricatori o stalker

ROMA – Secondo i dati trasmessi prima dell’estate dal Ministero dell’Interno, sono mediamente 30.000, in Italia, le donne che annualmente denunciano un uomo per soprusi di vario tipo: violenza, stalking, maltrattamenti psicologici ed economici. Un numero impressionante se si considera il sommerso. Proprio quest’ultimo risulta il più inquietante, un po’ perché lascia intravedere una cultura maschile della prevaricazione che a dispetto dell’evoluzione sociale  e tecnologica sembra inossidabile, ma anche perché denuncia ancora una forte componente di ignoranza, nel senso buono del termine. Donne che non sanno come difendersi e soprattutto non considerano che la Legge, lo Stato e una serie di organismi del mondo civile sono dalla loro parte, pronti ad aiutarle.

A questo scopo, un gruppo di professioniste  impegnate nella lotta alla violenza subita da donne e minori – grazie a un’idea di Alessia Sorgato, la penalista vittimologa autrice di “Giù le mani dalle Donne” – ha recentemente aperto una pagina Facebook opportunamente denominata “Donne che imparano a difendersi”. Una porta aperta per tutte coloro che, vivendo una situazione drammatica di sistematici soprusi, vogliono capire come uscirne, in modo  legale.

“Dopo un ventennio di esperienza professionale – dichiara Alessia Sorgato –  “insieme ad alcune amiche, psicologhe e assistenti sociali, ho deciso di fondare questa ‘comunità’, con l’intenzione di diffondere una cultura della dignità, del diritto e dell’affrancamento da qualsiasi tipo di prevaricazione. Il più grande nemico di una donna che subisce in silenzio è la paura di parlarne e di riconoscere che questo tipo di problema non si risolve mai da solo. Questo è lo spirito della nostra comunità: infondere sapere e coraggio. Chiunque voglia avere un consiglio o sapere come difendersi, producendo prove oggettive a dispetto del classico ‘La mia parola contro la tua’, può scriverci senza nessun obbligo. Solo per iniziare a ragionare sulla base di un’informazione qualificata. Risponderemo a tutte, utilizzando il vasto Know-how che abbiamo accumulato affrontando le situazioni più disparate. Chiedere può essere l’inizio di un percorso che porta alla liberta e alla riconquista di quella dignità e di quei valori che dovrebbero essere alla base della vita di ogni essere umano”.

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