Caritas, ancora 761 persone internati nei manicomi

ROMA – In Italia sono ancora 761 le persone internate nei sei ospedali di psichiatria giudiziaria, gli ex manicomi, un paziente ogni 78.580 abitanti. Sono i dati che emergono dal rapporto della Caritas “Liberi tutti!

Salute mentale: non gabbie ma dignita’ per i malati”, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra domani, voluta dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’. Il report analizza il tema della salute mentale prima a livello internazionale, poi europeo, con un dettaglio sulla situazione nel Balcani e in particolare in Serbia (1 paziente ogni 2.415) e Montenegro (1 paziente ogni 2.313). Nonostante i passi in avanti compiuti nei tre Paesi (l’Italia dalla legga Basaglia in poi, la Serbia e il Montenegro con le riforme dei sistemi di salute mentale approvate negli ultimi anni), bisogna constatare – si legge nel rapporto – che a oggi le strutture manicomiali non sono ancora state completamente superate. 

Infatti esistono luoghi che formalmente sono considerati “di cura”, ma nei quali in realta’ prevalgono componenti quali l’allontanamento dell’individuo dalla societa’ e dalla propria comunita’ o l’impossibilita’ di seguire percorsi di recupero individualizzati. In alcuni casi sono presenti violazioni di alcuni basilari diritti umani e terapeutici delle persone internate nei manicomi: i luoghi sono inadatti alla terapia perche’ sovraffollati, sporchi o ampiamente fatiscenti; c’e’ la presenza di pratiche di tipo detentivo e di contenzione piuttosto che di reale terapia; permangono casi di degenze troppo lunghe, in alcuni casi ormai croniche (pazienti rinchiusi nei manicomi da oltre 30 anni). 

La salute mentale in Europa – fa sapere la Caritas – rappresenta una delle piu’ significative sfide relative alla sanita’ pubblica: i disturbi mentali colpiscono il 27% della popolazione europea ogni anno. Eppure la spesa pubblica media annua pro-capite nel mondo per le cure oscilla dai 2 dollari per i Paesi con reddito medio-basso ai 50 dollari per i Paesi ad alto reddito. In molti Paesi europei la risposta e’ l’internamento in strutture manicomiali, luoghi formalmente di “cura” ma dove prevalgono l’isolamento dalla societa’, a volte la violazione di basilari diritti umani e terapeutici. Si tratta di luoghi inadatti alla terapia perche’ sovraffollati, fatiscenti, di contenzione. Anche chi vive fuori dal manicomio soffre di durissime forme di esclusione sociale e lavorativa: spesso senza casa, senza un rapporto con la famiglia, vittima di stigma e pregiudizi.

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