Allarme Onu. El Nino, siccità e carestia. 4 milioni di persone a rischio

ROMA – El Nino che si prepara ingli esperti quello di quest’anno sarebbe il ciclo peggiore degli ultimi 65 anni, da quando si studia il fenomeno climatico che consiste in un riscaldamento delle acque del Pacifico orientale, il quale a sua volta provoca eventi meteorologici estremi in tutto il bacino dell’oceano: potrebbero essere più disastroso di quello del 1997-98 quando morirono 23mila persone. 

Secondo il Guardian 24 persone sono già morte in Papua Nuova Guinea per la fame e per la sete a causa delle acque contaminate e della siccità che si prolunga già da tre mesi. Secondo l’Oxfam El Nino potrebbe mettere a rischio la vita di 10 milioni di poveri che potrebbero morire di fame per gli effetti di lungo periodo del fenomeno.Nei prossimi mesi El Nino, noto in climatologia come El Nino-Oscillazione Meridionale(Enso), causerà abbondanti piogge, alluvioni e l’aumento del livello del mare nei Paesi vicini all’Equatore, aumentando il rischio di inondazione per gli atolli che già risentono dell’impatto del cambiamento climatico. 

Nello stesso tempo, come accade ogni 5-7 anni secondo la ciclicità del Nino, i Paesi del Pacifico sudorientale soffriranno temperature particolarmente aride e calde.”El Nino può innescare un’emergenza umanitaria regionale e stimiamo che 4,1 milioni di persone nel Pacifico sono a rischio per la mancanza d’acqua, per l’incertezza alimentare e per le malattie”, ha dichiarato Sune Gudnitz, capo della direzione regionale Pacifico delle Nazioni Unite. “Paesi come la Papua Nuova Guinea, le Fiji, Tonga e le Isole Salomone stanno già subendo gli effetti del Nino con la riduzione delle precipitazioni che ha colpito i raccolti e gli approvvigionamenti d’acqua. La siccità potrebbe complicare ulteriormente la situazione nei Paesi che stanno venendo fuori dalla devastazione causata dai cicloni tropicali Pam, Maysak e Raquel”.El Nino è un fenomeno climatico periodico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, ma con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni. Il fenomeno provoca inondazioni, siccità e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazion

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