Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli

Undicesima edizione – anno 2015 –Assegnati rispettivamente aRukmini Maria Callimachi, Francesca Paci e Alessio Mamo  – i premi Stampa estera, Stampa italiana e Giornalista siciliano emergente

SANTA VENERINA (CATANIA) – Giunge all’undicesima edizione il Premio Internazionale di Giornalismo Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan, il 19 novembre del 2001. 

Rukmini Maria Callimachi, Francesca Paci e Alessio Mamo sono i tre giornalisti vincitori quest’anno del Premio assegnato dalla Fondazione Cutuli Onlus. La cerimonia di consegna si svolgerà sabato 21 novembre 2015 alle 18,30 nel Teatro Eliseo di Santa Venerina, Catania. A condurre la serata sarà la giornalista Carmen Lasorella. Il tema della premiazione e del successivo dibattito è: “Guerra o non guerra, come si risponde alla minaccia integralista”. Interverranno il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della Sera e presidente della Fondazione Cutuli Onlus, e Paolo Valentino, inviato speciale del Corriere della Sera.

Nella stessa serata verranno premiati i tre vincitori per le tesi di laurea in materie giornalistiche: primo premio ex aequo a Giorgia Lodato, laurea in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo all’Università degli Studi di Catania, per la tesi “Raccontare la guerra cercando la pace”; e a Federica Privitera, laurea in Cultura e storia del sistema editoriale italiano all’Università degli Studi di Milano, per la tesi: “Da Maria Grazia Cutuli a Jim Foley. Gli inviati di guerra in area mediorientale”. Terzo premio a Salvatore Frequente, laurea in Giornalismo per uffici stampa all’Università degli Studi di Palermo, con la tesi: “Emergenze discorsive. Lampedusa, dal rischio al vantaggio”.
L’attrice Micaela Esdra leggerà brani degli articoli di Maria Grazia Cutuli, è inoltre prevista la presenza del cantautore Lello Analfino dei Tinturia.

In mattinata alle 10,30 nell’Aula Magna dell’Università di Catania i vincitori del Premio terranno Lectio magistralis sulla loro attività nelle aree calde del mondo, preceduti da un’introduzione del professor Giancarlo Magnano. Condurranno l’incontro Felice Cavallaro e Viviana Mazza del Corriere della Sera. Saranno inoltre presentati i vincitori del premio per le scuole medie. L’appuntamento, sotto l’egida dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, vale anche come Formazione continua per i giornalisti. L’evento assegnerà 4 crediti.

Rukmini Maria Callimachi è una corrispondente estera del New York Times dal 2014, si occupa di estremismo islamico. Tra i suoi articoli recenti: “Isis and the lonely young American” (luglio 2015), “Isis enshrines a theology of rape” (agosto 2015). Nata nel 1973 a Bucarest, ha lasciato la Romania comunista a cinque anni con la madre e la nonna, ha studiato in America.  Ha iniziato come freelance dall’India per Time Magazine nel 2001. Poi ha lavorato per dieci anni per l’Associated Press, è stata il capo del West Africa Bureau con sede in Senegal e responsabile per 20 Paesi. La sua serie “The Al Qaeda Papers”, basata su documenti trovati in un ex quartier generale in Mali, ha raccontato il complesso sistema di finanziamento dell’organizzazione. E’ stata per due volte finalista del Pulitzer. Tra i premi ottenuti: Michael Kelly Award, Hal Boyle Award, Bob Considine Award. Per la serie di articoli “Underwriting Jihad” (sui riscatti pagati dai governi europei per gli ostaggi di Al Qaeda) ha vinto il George Polk Award. Scrive anche poesie.

Motivazione del Premio Cutuli Stampa estera a Rukmini Maria Callimachi

Per la straordinaria profondità delle inchieste compiute in tutto il mondo, da “Al Qaeda Papers”, basata su documenti trovati in Mali, grazie ai quali è stato svelato il sistema di finanziamento dell’organizzazione terroristica creata da Osama Bin Laden, ai servizi sulle donne yazide costrette in schiavitù dall’Isis. Per il coraggio e la passione dei suoi articoli e l’efficacia di un linguaggio multimediale che spazia dal digitale alla televisione, qualità che l’hanno portata in pochi anni a essere una delle firme più prestigiose del New York Times.

Lectio magistralis di Rukmini Maria Callimachi

Come l’Isis ha trasformato lo stupro in un sacramento

La Lectio sarà incentrata sul tema del mio recente articolo per il New York Times “Isis Enshrines a Theology of Rape” (13 agosto 2015). Quindi, come si costruisce un reportage di guerra, come nasce e si sviluppa la notizia, quali rapporti si possono intrattenere quando si lavora per una libera informazione nelle aree calde del mondo, come ci si comporta di fronte alle criticità della situazione. Equilibrio, capacità di controllo e verifica.

Francesca Paci nata a Roma nel 1971, è corrispondente del quotidiano La Stampa da Londra dal febbraio 2009. Dall’aprile 2007 era stata corrispondente, sempre per La Stampa a Gerusalemme. Prima ancora aveva lavorato alla cronaca locale di Torino, seguendo un corso in peacekeeping e imparando l’arabo, fattori che le hanno permesso di diventare inviata del quotidiano di via Marenco nel periodo post 11 settembre Ha scritto due libri sull’Islam italiano e collabora anche con la think tank italiana Vision. Nel 2005 ha vinto il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta per aver raccontato una tragica storia di immigrazione dalla Romania. Nel 2007 ha condotto la trasmissione televisiva Nirvana, in onda su La7. Nel 2007 ha vinto il Premio lino Giovani.

Motivazione del Premio Cutuli Stampa nazionale a Francesca Paci 

Per l’eccellente lavoro di scavo compiuto in Medioriente, in particolare durante le Primavere arabe, e per le sue approfondite analisi sull’Islam, sia come corrispondente de La Stampa, da Gerusalemme e da Londra, sia come inviata sui fronti più caldi delle zone di crisi. Per la capacità di interpretare i cambiamenti di questi anni dimostrata attraverso commenti, reportage e libri, così da diventare una delle maggiori esperte delle problematiche mediorientali.

Lectio magistralis di Francesca Paci


Le fatiche del cronista non fanno notizia



Sono diventata corrispondente, inviata, cacciatrice di storie “estere”, facendo la cronista. Nella periferia torinese dove ho iniziato o in piazza Tahrir il lavoro è lo stesso, si scarpina, si parla con le persone, si raccolgono storie e dati e si contestualizza in un quadro più grande ed esplicativo. Un lavoro tanto più importante quando più la concorrenza del web e del giornalismo virtuale si fa agguerrita: andare, vedere, tirare le somme, camminare e camminare come fanno i cronisti che soprattutto nei giornali/media locali hanno il fiato del lettore / spettatore / controllore sul collo. Un lavoro faticoso, ma le fatiche del cronista non fanno e non devono far notizia: al centro ci sono la storia e il lettore, quanto è costato farli incontrare è del tutto irrilevante se non per l’ego di scrivere.

Alessio Mamo è un fotografo siciliano nato a Catania. Dopo gli  studi in Chimica, nel 2007 si diploma al corso di fotografia dell’Istituto Europeo di Design di Roma. Nel 2008 inizia la sua carriera di fotogiornalismo seguendo tematiche sociali, politiche ed economiche. Ultimamente i suoi lavori lo hanno portato in Nepal a raccontare il disastro naturale del recente terremoto, ed in Medio Oriente, così come nei Balcani, a documentare l’esodo dei rifugiati siriani. Le sue fotografie sono state pubblicate nelle maggiori riviste nazionali ed internazionali come Time, Newsweek, National Geographic, L’Espresso, Der Spiegel e The Guardian. Il suo lavoro è rappresentato in tutto il mondo dall’agenzia fotografica statunitense Redux Pictures.

Motivazione del Premio Cutuli a un giovane giornalista siciliano, ad Alessio Mamo

Per il coraggioso percorso professionale che lo ha condotto a intraprendere la difficile strada del foto/videoreportage dopo gli studi in chimica seguendo con passione e talento tematiche sociali, politiche ed economiche che lo hanno portato nelle aree di crisi del mondo. Per i servizi realizzati in Nepal in occasione del terremoto e in Medio Oriente e nei Balcani per documentare l’esodo dei rifugiati siriani.

Lectio magistralis di Alessio Mamo


Il viaggio di Somar

L’argomento della Lectio sarà il mio ultimo reportage che racconta il viaggio del siriano Somar con le sue sorelle dalla Turchia fino in Germania passando attraverso i Balcani. Durante la Lectio interverrà Somar (via skype) e, insieme a lui svilupperemo le tematiche che accompagnano un foto/videorepoter sul fronte di guerra e il tema del Premio: “Il senso dell’Europa di fronte alle crisi umanitarie”. Sono certo che sarà una bellissima testimonianza alla luce della sua/nostra esperienza vissuta assieme.

Nel corso dell’ultimo anno la Fondazione Maria grazia Cutuli Onlus ha realizzato l’undicesima edizione del Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli e, rinnovandolo completamente nel contenuto, è giunta all’ottava edizione del Corso di perfezionamento post-universitario per inviati e operatori umanitari in aree di crisi.

Il progetto della scuola elementare realizzata a Herat in Afghanistan nel 2011 continua a riscuotere successo per la sua gestione e riconoscimenti e premi internazionali per la sua qualità architettonica: il 10 di ottobre di quest’anno la Scuola è entrata a far parte della collezione permanente di architettura contemporanea al Maxxi di Roma e il 16 dello stesso mese a Istanbul si è aggiudicata il terzo posto del prestigioso Asia Architecture Award.

Quest’anno la Fondazione ha collaborato con la Casa Editrice Maimone al concorso “Storie sotto il Vulcano”, aperto a tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie dei Comuni dell’Etna, con una propria sezione dedicata ad un saggio giornalistico. Nel frattempo è stato iniziato anche un nuovo progetto: una collaborazione con Lad Onlus per la costruzione a di una casa di accoglienza a Catania per bambini malati di talassemia collegata con il polo Oncologico del Policlinico

La Fondazione Cutuli Onlus è stata costituita nel marzo del 2008 a Catania, città d’origine della giornalista tragicamente scomparsa nel 2001. La Fondazione ha tra i suoi scopi statutari la promozione e il sostegno di progetti nel campo dell’istruzione e della formazione della professione del giornalismo, con l’obiettivo di favorire la lettura della stampa e dei quotidiani on-line, di promuovere la cultura giornalistica tramite lo studio della storia dei giornali e dei loro protagonisti, di stimolare la ricerca e il conseguimento di un’effettiva libertà di stampa e della completezza dell’informazione, di aiutare i giovani che vogliano intraprendere la professione giornalistica, di aiutare le donne che incontrino difficoltà nell’accesso o nello svolgimento di questa professione, di creare le condizioni per una maggiore sicurezza dei giornalisti e degli operatori della comunicazione che svolgano la loro attività in zone di guerra o di guerriglia, in aree instabili politicamente, o sottoposte ad attacchi terroristici, in territori colpiti da gravi calamità naturali”. 

In questo spirito, i Fondatori Promotori della Fondazione Cutuli Onlus – e in particolare Rcs, il Comune di Roma, la Fnsi e l’Ordine dei Giornalisti – hanno promosso e sostenuto con determinazione il progetto di un corso di perfezionamento post universitario per inviati in aree di crisi da intitolare a Maria Grazia Cutuli. Il progetto è stato accolto e fatto proprio dal professor Ivano Dionigi, Rettore di Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Il corso si svolge in collaborazione con i Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri, della Croce Rossa Italiana, ed è coordinato dalla professoressa Giulia Guazzaloca dell’Università di Bologna. 

A partire dal 2009 la Fondazione si è impegnata nel campo degli aiuti umanitari per la ricostruzione di aree di crisi con il progetto di una scuola elementare ad Herat in Afghanistan inaugurata il 4 aprile 2011. La scuola funziona a pieno ritmo ospitando tre turni di lezioni giornaliere per un bacino di utenza di circa 600 bambine e bambini. 

Nel mese di gennaio 2012 la Fondazione ha inviato alla scuola 50 computer, offerti dal Corriere della sera, grazie anche alla collaborazione di Hawca, un’ong di donne afghane, che ha provveduto all’adeguamento dei software per l’uso locale e al trasporto dei computer nella scuola. La comunità del villaggio, inoltre, che aveva fortemente voluto questo progetto, si è occupata di implementare le colture degli orti dedicati alla didattica. Il progetto della scuola, redatto da un gruppo di architetti coordinati dalla Fondazione è stato presentato, nel corso del 2011, alla Biennale di Architettura a Venezia e al Nai di Rotterdam, l’Istituto Nazionale di Architettura; la rivista Abitare gli ha dedicato l’articolo di copertina ed è stato pubblicato anche a Londra su Architectural Rewiev.

Nel corso del 2012 sono arrivati anche altri riconoscimenti per la qualità di questa realizzazione: nel mese di settembre la scuola è stata selezionata dalla Triennale di Architettura a Milano tra i finalisti per la Medaglia d’oro dell’architettura e il 15 di novembre le verrà assegnata la menzione speciale dello Zumbtobel prix di Berlino. La scuola è stata selezionata nel corso del 2013 tra i venti finalisti dell’Aga Khan Award for Architecture, forse il più prestigioso premio internazionale dedicato a “progetti che abbiano un impatto positivo sulla qualità della vita delle comunità interessate”. Il 10 di ottobre di quest’anno la Scuola è entrata a far parte della collezione permanente di architettura contemporanea al Maxxi di Roma e il 16 dello stesso mese a Istanbul si è aggiudicata il terzo posto del prestigioso Asia Architecture Award.

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