Consulta. A breve elezione giudici costituzionali di nomina parlamentare

ROMA – Nuovo conto alla rovescia per l’elezione dei tre giudici costituzionali di nomina parlamentare.

Martedì alle 13 torna a riunirsi il Parlamento per il ventottesimo, settimo e quinto scrutinio per scegliere i successori, rispettivamente, di Luigi Mazzella, Sergio Mattarella e Paolo Maria Napolitano. Al momento si riparte dalla fumata nera di mercoledì scorso, con ai nastri di partenza gli stessi candidati che non sono riusciti a raggiungere il quorum dei tre quinti l’assemblea, 571 voti: Augusto Barbera, del Pd, fermatosi a 536 consensi; Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, arrivato a 511; Giovanni Pitruzzella, dell’area centrista, giunto a 492. Tre nomi che sulla carta avrebbero i numeri per approdare alla Consulta, ma che hanno dovuto fare i conti con i mal di pancia presenti negli schieramenti che dovrebbero sostenerli. Sel, Sinistra italiana e minoranza Dem contestano la scelta di Barbera per il metodo e nel merito, in quanto il costituzionalista si è schierato a favore delle riforme istituzionali e dell’Italicum. Sisto paga invece le divisioni interne a Forza Italia e l’avversione di settori della diaspora di centrodestra, a cominciare dai Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto. Pitruzzella infine è rimasto vittima delle lotte intestine dei centristi, con ‘Per l’Italia-Cd’ che punta su Gaetano Piepoli, diventato anche il riferimento di parlamentari che hanno voluto mandare un segnale ai vertici di Ncd.

Restano sulla classica riva del fiume i Cinquestelle, che nonostante abbiano espresso parole di apprezzamento per Pitruzzella, continuano a denunciare e contestare un accordo che a loro dire ripropone una sorta di Patto del Nazareno e torneranno perciò a votare Franco Modugno, chiedendo che anche gli altri partiti facciano altrettanto visto il prestigio del nome proposto. Per ora però all’orizzonte non si profilano cambiamenti di linea. Il Pd già da venerdì scorso ha chiamato a raccolta i parlamentari con un messaggio perentorio: «Presenza obbligatoria senza eccezione alcuna, anche governo. Sono annullate tutte le missioni e tutti i congedi». E anche Forza Italia e l’area centrista che fa riferimento a Scelta civica e Area popolare ribadiscono le proprie candidature. Occorrerà vedere se la mobilitazione riuscirà a far aumentare le presenze (erano 877 su 951 mercoledì scorso) e soprattutto i voti necessari per raggiungere il quorum. E se in caso di nuova fumata nera cambieranno nomi e intese tra gli schieramenti, anche perchè il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha già prospettato l’ipotesi di sedute a oltranza se anche martedì dovesse finire con un nulla di fatto.  

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