Clima. Lottare contro le lobbies per un accordo accettabile

ROMA – «Oggi lottare per un buon accordo globale sul clima vuol dire combattere le lobbies delle fonti fossili, rifiutare il terrorismo, rilanciare la democrazia e la pace. Parigi oggi è il luogo simbolico per eccellenza per esplicitare le connessioni profonde tra clima e pace, tra petrolio e guerra.

L’emergenza climatica non può essere affrontata con gli strumenti della guerra e richiede un accordo globale e un organismo autorevole che ne verifichi l’applicazione». Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, è intervenuto così, oggi mentre partecipava alla Marcia per il clima che si è svolta a Roma, in occasione dell’apertura a Parigi della COP21, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici. L’appuntamento era uno dei 2300 eventi in tutto della Global Climate March, la più grande mobilitazione della storia contro i cambiamenti climatici, animata da organizzazioni della società civile, sindacati, studenti, cittadini e gruppi religiosi di 150 paesi, per chiedere ai loro governi di sottoscrivere a Parigi un accordo legalmente vincolante, equo ed efficace contro i cambiamenti climatici. «I governi di tutto il mondo, riuniti a Parigi – ha proseguito Cogliati Dezza – dovranno giungere a un accordo equo e legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale almeno al di sotto di 2°C e acceleri la transizione verso la decarbonizzazione. La scommessa è che si possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta con un mondo alimentato al 100% da energia rinnovabile entro il 2050. Serve una forte volontà politica per un irreversibile cambio di rotta». 

All’iniziativa di Roma per il clima e per la pace, organizzata dalla Coalizione italiana Clima costituita da oltre 150 organizzazioni, è intervenuta anche la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, che ha espresso il suo sostegno a tutti gli organizzatori e ai partecipanti di tutta Italia. Il corteo della capitale non è stato, infatti, l’unico evento della Global Climate March nella Penisola, la grande marcia italiana si è snodata in oltre 30 città, tra cui Aosta, Ivrea, Alba (Cn), Torino, Cuneo, Asti, Milano, Legnano (Mi), Germignana (Va), Bolzano, Trento, Bassano Del Grappa, Venezia, Verona, Trieste, Udine, Savona, Modena, Imola, Piacenza, Rimini, Sassuolo e una marcia a piedi, in bici, in treno è stata promossa da 29 sindaci e da oltre 50 organizzazioni nelle province di Cremona, Mantova e Parma. Tanti appuntamenti in cui si è marciato anche per coloro che non hanno potuto manifestare nella capitale francese, per rispondere con wemarch4you all’appello dei Parigini ai cittadini di tutto il mondo affinché marciassero anche per loro e in solidarietà con tutti coloro che in diversi paesi sono stati colpiti dal terrorismo.

«Serve – ha aggiunto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – un taglio drastico dei sussidi alle fonti fossili, per riequilibrare il mercato e liberare denaro (secondo il FMI 1.800 miliardi di euro) da mettere a disposizione delle misure di mitigazione e adattamento per combattere i cambiamenti climatici in tutto il mondo. In Italia, su questo fronte il governo sta sbagliando: con una scelta irresponsabile rilancia le trivellazioni e fa regredire le rinnovabili. Speriamo che ha Parigi sappia cambiare drasticamente direzione e sostenere l’eliminazione totale ed equa dei sussidi alle fonti fossili entro il 2020». A Roma il corteo è stato seguito da un grande Concerto per il Clima in via dei Fori imperiali. Sul palco Bandabardò, Piotta, Dolcenera, Meganoidi, Têtes de Bois, Kutzo, Sandro Joyeux, MedFreeOrkestra, La casa del vento, Stag, Anonima Armonisti, Ricky Anelli, Zio Felp, Andrea Rivera, Giobbe Covatta e Luca Abete, presentati da Massimo Cirri e Sara Zambotti della trasmissione Caterpillar. 

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