Scuola: Anief, in Italia 3 professori su 4 sono over 50

ROMA – In Italia ci sono troppi prof. “anziani”. Lo dice l’Anief spiegando che 3 docenti su 4 hanno piu’ di 50 anni, mentre nell’area dei paesi aderenti all’Ocse, la media e’ di appena 1 ogni 3 over 50. E’ una differenza abissale, secondo il sindacato, che nei prossimi anni e’ destinata a crescere.

Perche’ nell’ultimo quinquennio le riforme, forti del fatto che nel Belpaese le aspettativa di vita media sono in perenne aumento, hanno portato l’eta’ pensionabile dei nostri dipendenti avanti di dieci anni. Gia’ nel 2018 la pensione di vecchiaia si potra’ raggiungere alle soglie dei 68 anni. Dal 2050, i neo-assunti potranno andare in pensione dopo 70 anni o 46 anni e mezzo di contributi. Mentre per accedere all’assegno di quiescenza anticipato bisognera’ contare su 44 anni di contributi versati. “E non dimentichiamo – dice Anief – che gia’ oggi per piu’ di quattro pensionati su dieci l’assegno non arriva a mille euro al mese”. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, questi “sono numeri impietosi, che pero’ a ben vedere non sorprendono. Perche’ sono solo la risultanza di manovre politiche che nel nostro Paese continuano a danneggiare chi lavora per una vita, costringendolo a lasciare ormai nella terza eta’ e con assegni che per chi inizia a lavorare oggi si prospettano vicini all’assegno sociale. E la riforma della scuola non ha aiutato, perche’ ha lasciato fuori 180mila abilitati, che avrebbero potuto svecchiare il corpo docente. Nessun Paese industrializzato – continua – detiene un corpo insegnanti anziano come quello dell’Italia: gli ultimi dati Ocse indicano che il 73% dei docenti della scuola secondaria superiore, il 57% della scuola primaria e il 51% di quelli universitari hanno piu’ di 50 anni”.

Per l’Anief, dunque, si tratta di un processo d’invecchiamento demografico che diventa ancora piu’ preoccupante se raffrontato alle medie internazionali: scorrendo il dossier su scuola e universita’ Education at a Glance 2015, pubblicato in questi giorni, si scopre che la quota media Ocse di insegnanti che hanno compiuto almeno 50 anni di eta’ della scuola secondaria, sebbene negli ultimi otto anni esaminati sia aumentata di 3 punti percentuali, rimane comunque appena del 36%. Quindi meno della meta’ di quelli riscontrati in Italia. “Questi dati – spiega Anief – fanno il paio con quelli emessi di recente da Eurostat, che sottolineano come nello stesso anno, il 2013, la percentuale europea piu’ alta di insegnanti ultra 50enni e’ stata riscontrata in Italia, con il 61,9%. Tutti gli altri paesi del vecchio Continente sono fortemente distanziati: Bulgaria (47,7%), Estonia (43,1%), Lituania (42,1%), Svezia (41,7%), Lettonia (41,2%) e Grecia (40,1%). “E il futuro – continua il sindacalista Anief-Cisal – non promette nulla di buono, perche’ gli effetti della riforma Fornero, con l’innalzamento progressivo della soglia d’uscita dal lavoro, presto saranno una dura realta’. Anche la riforma della scuola, attraverso la Legge 107/15, ha prodotto poco piu’ di una copertura del turn over. Perche’ rimangono nelle GaE piu’ di 60mila docenti abilitati e, considerando anche quelli delle graduatorie d’Istituto, si arriva a 180mila abilitati all’insegnamento che avrebbero potuto ridurre l’eta’ media di chi sta dietro la cattedra in Italia. Invece sono stati letteralmente dimenticati. Cosi’ la maglia nera dei docenti piu’ anziani non ce la toglie piu’ nessuno”, conclude Pacifico.

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