Consumi. Gli italiani, addio all’olio d’oliva

ROMA – Addio alla dieta mediterranea con gli italiani che hanno tagliato del 25 per cento negli ultimi 10 anni gli acquisti di olio di oliva e i consumi a persona sono scesi a 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano dalla quale si evidenzia il rischio di effetti negativi per la salute per la scomparsa dalle tavole di uno dei prodotti base della dieta mediterranea, riconosciuto unanimemente come elisir di lunga vita.

“A pesare sono tra l’altro i recenti scandali sulle truffe dell’olio che hanno aumentato la diffidenza come pure la diffusione di prodotti di importazione di bassa qualità che disorientano i consumatori” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “una situazione intollerabile in un Paese come l’Italia che è l’unico al mondo a contare su 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall’Unione Europea”.

I 250 milioni di ulivi diffusi su tutta la penisola proprio quest’anno hanno garantito una produzione da record dal punto di vista qualitativo, grazie ad una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il pericolo della mosca olearia è stato scongiurato soprattutto grazie alle alte temperature che si sono registrate nei mesi estivi, il cui protrarsi, però, unitamente alla prolungata assenza di precipitazioni, ha ostacolato in alcune zone il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva. Questo ha fatto sì che, pur essendo le previsioni di produzione in netto rialzo rispetto alla annata precedente, si presagisca una raccolta comunque inferiore alla media. Dalla ponderazione delle stime delle diverse regioni si perviene quest’anno a una crescita attesa media del 46% rispetto alla campagna 2014-2015, per un valore assoluto che si attesterebbe a circa 299 mila tonnellate, secondo l’Unaprol. Il segno positivo è registrato in tutte le regioni olivicole italiane, con l’eccezione della Sardegna.

In queste condizioni per approfittare dell’ottima annata Made in Italy, il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Se si vuole comperare un buon extravergine italiano – conclude la Coldiretti – bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione.

PREVISIONI DI PRODUZIONE OLIO VERGINE DI OLIVA 2015-2016

Regione

Var.%

Previsioni 

2015/16

Lombardia

60%

  294,56

Liguria

60%

1.645,81

Veneto

40%

1.164,22

Emilia Romagna

15%

   769,98

Toscana

60%

7.455,72

Umbria

40%

1.235,28

Marche

60%

2.878,15

Lazio

40%

  7.959,18

Abruzzo

60%

  5.809,63

Molise

60%

  2.262,99

Campania

60%

  7.479,20

Puglia

45%

179.827,41

Basilicata

45%

  3.280,14

Calabria

41%

36.415,21

Sicilia

60%

34.260,48

Sardegna

-20%

  5.610,23

ITALIA

46%

298.348,20

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Unaprol

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