Allarme obesità infantile. Un bambino su 5 in sovrappeso

Troppa televisione e poco sport

ROMA – L’obesità infantile è oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei paesi industrializzati e l’Italia, purtroppo, detiene il primato negativo europeo dei bambini e adolescenti con eccesso di peso. Secondo gli ultimi dati ufficiali, nel nostro paese i bambini in sovrappeso sono il 20,9% e quelli obesi il 9,8%. Le regioni del Sud e del Centro battono tutti i record con il 37% di ragazzi di 8-9 anni in sovrappeso o francamente obesi. È vero che le ultime rilevazioni registrano una leggera diminuzione del fenomeno, ma purtroppo restiamo ai primi posti della classifica europea. L’eccesso di peso determina nel bambino e nell’adolescente una serie di gravi problemi di tipo medico, sia fisici sia psicologici, destinati ad accompagnarlo aggravandosi, anche nell’età adulta. Le possibilità di un recupero dall’obesità, infatti, sono molto basse: il 70-80% degli adolescenti obesi oggi sarà obeso anche in età adulta. È quanto emerge da un’inchiesta che Altroconsumo ha condotto inviando un questionario a ventimila famiglie italiane con figli sotto i dieci anni. Il ruolo delle famiglie nell’educazione alimentare è fondamentale: è importante che i genitori diano il buon esempio, facciano attenzione a ciò che mangiano i figli e diano loro sane abitudini di vita. Invece, dall’indagine di Altroconsumo, emerge che sono proprio i genitori a sottostimare il peso dei figli: solo il 17% li vede in sovrappeso e la stragrande maggioranza (98%) non considera l’allargarsi del girovita un problema medico. Purtroppo però, uno studio della City University of London, così come l’inchiesta di Altroconsumo, ha dimostrato che il peso dei figli è direttamente proporzionale a quello dei genitori: più grasso è il genitore e più lo sarà il figlio.

Dai risultati della ricerca è molto semplice capire quali sono alcuni dei motivi dell'”epidemia” di sovrappeso nel nostro paese. Guardare troppa televisione e fare poca attività fisica sono abitudini molto diffuse: i nostri figli passano mediamente due ore ogni giorno davanti alla tv, tempo che aumenta notevolmente nel fine settimana. A questo bisognerà poi aggiungere le ore passate sui banchi di scuola, mentre in maniera inversamente proporzionale diminuiscono le ore di attività fisica, movimento e giochi all’aria aperta, che ormai occupano uno spazio marginale nella loro quotidianità. Anche nelle abitudini alimentari troviamo errori ricorrenti, addirittura a partire dalla durata dell’allattamento: il 52% dei genitori intervistati dichiara che il figlio è stato allattato meno di sei mesi, mentre le linee guida sostengono l’allattamento al seno almeno fino all’anno di età, proprio come fattore di prevenzione dell’obesità infantile. 

Ci sono comunque famiglie che hanno anche abitudini corrette, per esempio quelle in cui i genitori si assicurano di avere sempre a casa cibi salutari (79%); che vietano ai ragazzi di mangiare davanti alla tv o ai videogiochi (67%); che proibiscono di portare il cibo in camera (89%) e che coinvolgono i ragazzi nella preparazione dei pasti (35%). L’importante è che siano sempre proprio i genitori a dare il buon esempio: se chi stabilisce le regole è il primo a non rispettarle, queste non saranno efficaci. 

Per rispondere ai problemi dell’obesità infantile, Altroconsumo propone: agevolazioni fiscali: abbassare i prezzi di frutta e verdura tramite agevolazioni fiscali a chi li commercia; abbassare l’Iva dei prodotti salutari e alzare quella dei meno sani, tassare gli alimenti ricchi di zuccheri, grassi e sale; Investire in campagne informative per bambini e adulti; imporre alle imprese una riduzione delle porzioni dei loro prodotti e del contenuto in zuccheri, grassi e sale; limitare la promozione pubblicitaria di junk food rivolta ai più piccoli; introdurre informazioni semplici sul fronte delle confezioni, con i colori del semaforo per indicare quando un nutriente è presente in quantità elevata. 

Condividi sui social

Articoli correlati