Goletta verde denuncia la pericolosità dei pozzi petroliferi

Legambiente: “Con Goletta NO OIL si rinsalda la grande mobilitazione internazionale che unisce cittadini, associazioni e comitati per chiedere maggiori politiche di tutela per il mar Adriatico, bene comune”

ROMA – “No al rischio petrolifero in Adriatico. Sì ad un’azione politica comune da parte di tutti i Paesi costieri per garantire al mar Adriatico un futuro fossil free”. Èquesto il messaggio che Goletta Verde NO OIL ha lanciato oggi da Valona, in Albania, in occasione della tappa conclusiva del suo viaggio in Adriatico. Dopo Croazia e Montenegro, l’imbarcazione dell’associazione ambientalista è arrivata in Albania per denunciare la pericolosità dei pozzi petroliferi, ricordando tra l’altro gli incidenti che si sono verificati negli ultimi anni in questa zona, e per rilanciare insieme a One Adriatic l’importanza di uno sviluppo sostenibile nell’Adriatico. Un messaggio condiviso anche da molti cittadini albanesi, che si sono opposti alla costruzione del nuovo pozzo di petrolio “Western Zvërneci” presso l’area protetta situata vicino alla città. Le massicce proteste e la grande mobilitazione popolare hanno convinto il governo a sospendere le attività. Un risultato importante che però deve essere accompagnato da una volontà politica che fermi una volta per tutte questa inutile corsa all’oro nero. Per questo Legambiente e la coalizione One Adriatic hanno lanciato un appello alle istituzioni locali e nazionali, affinché venga avviato un tavolo di lavoro internazionale per scegliere un diverso sviluppo economico, sociale e ambientale per l’area adriatica e ionica, promuovere un’economia fossil-free e una idea di turismo legato al mare che faccia della sostenibilità ambientale il suo punto di forza.

 “Goletta Verde NO OIL – dichiara la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – ha permesso di rinsaldare la grande mobilitazione internazionale che unisce cittadini, pescatori, associazioni e comitati, di diversi Paesi costieri in difesa del mar Adriatico. Oggi i cittadini sono sempre più attenti e sensibili ai temi ambientali, la grande partecipazione e il volontariato ambientale che ha caratterizzato questa edizione speciale di Goletta NO OIL, dimostra che è in atto un cambiamento nel segno della tutela e sostenibilità ambientale che parte prima di tutto dal basso. Ma alla mobilitazione deve, però, seguire un impegno concreto da parte della politica e dei governi. Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico, e più in generale nel Mediterraneo è solo il risultato di una strategia miope e insensata che non garantisce nessun futuro energetico nè al nostro Paese nè alle altre nazioni costiere. Per questo è fondamentale che si punti ad una nuova politica energetica, che abbandoni le fonti fossili e investa su risorse rinnovabili, efficienza e risparmio. Senza dimenticare che per per garantire un futuro fossil free è importante una azione comune da parte di tutti Paesi costieri”.

Il pericolo petrolio resta comunque alto. In Albania pochi mesi fa si è verificato un grave incidente con una perdita di petrolio da parte di una nave turca, durante alcune operazioni di trasferimento dal deposito di stoccaggio italo albanese “La Petrolifera”, che ha inquinato gravemente tutta la zona circostante, dove insiste tra l’altro un’area marina protetta. Inoltre nella zona si trova uno dei tanti progetti cattedrali nel deserto creati dalla cooperazione internazionale ed in particolare italiana, negli anni successivi alla caduta della dittatura: si tratta di una centrale elettrica mai entrata in funzione e costata, da notizie di stampa, oltre 120 milioni di euro.

 “In seguito ai recenti gravi inquinamenti da petrolio del porto di Durazzo e della spiaggia adiacente a Valona, questo ci è sembrato il luogo più simbolico dove organizzare questo incontro delle organizzazioni che si battono per uno sviluppo sostenibile nell’adriatico. Non esiste sviluppo pulito con il petrolio: né con le estrazioni, né con il trasporto, né con la raffinazione” – è il commento di Rezarta Agalliu, portavoce di Legambiente Valona – “Valona è una città in pieno sviluppo turistico e adiacente all’unica area marina protetta del paese, che sta creando delle buone opportunità per lo sviluppo di un modello sostenibile, ma il territorio è ferito della passata industrializzazione, con un petrolchimico abbandonato che degrada il paesaggio a pochi metri dagli stabilimenti balneari, ed in cui recentemente sono riprese le attività, grazie a capitali italiani. Proprio alla banchina della raffineria era ormeggiata la nave turca che ha disperso in mare, lo scorso 25 maggio, 5 tonnellate di petrolio che hanno contaminato circa 5 km di litorale”

 “Negli ultimi anni ci sono stati ben quattro incidenti ambientali molto gravi legati al petrolio” – dichiara Mattia Lolli, portavoce della Goletta NO OIL – “a cui non è stata data particolare attenzione segno che il tema del petrolio e degli sversamenti in mare non viene affrontato con la giusta importanza. Eppure solo pochi chilometri separano le nostre coste da quelle albanesi, e l’impatto su un mare chiuso ed estremamente fragile come l’Adriatico riguarda da vicino tutti i Paesi costieri. Per questo Legambiente e le altre associazioni hanno richiamato l’importanza di portare il tema a livello europeo, dove le controversie frontaliere possono essere superate nel nome di un bene comune e nell’ottica degli impegni comunitari per il clima”.

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