Agricoltura. Con il terremoto a rischio 50mila ettari di grano, orzo e farro

ROMA  – Sono circa 50mila gli ettari a rischio per le semine autunnali di cereali nelle aree terremotate se non verranno garantite le scorte di frumento, orzo, avena e farro necessarie per coltivare un territorio che punta forte su agricoltura e allevamento.

E’ quanto e’ emerso dall’incontro degli agricoltori, pastori e allevatori della Coldiretti nell’azienda Angeli di Pieve Torina in provincia di Macerata e a Norcia, con il presidente nazionale Roberto Moncalvo accompagnato dall’Unita’ di crisi della Coldiretti. La maggioranza delle coltivazioni – sottolinea la Coldiretti – e’ destinata al grano duro per la produzione di pasta, ma significativa e’ la presenza dell’orzo per la birra artigianale e la crescente espansione del farro nelle diverse varieta’ monococco, spelta e dicocco, in gran parte biologico, per prodotti dietetici ad alta digeribilita’.

“In gioco – precisa la Coldiretti – c’e’ una produzione di cereali stimata in 200 milioni di chili che alimenta una filiera di pane, pasta, biscotti specializzata di altissima qualita’, ma anche il paesaggio di uno dei territori piu’ visitati dai turisti”. L’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’economia di quei territori – aggiunge Coldiretti – ma alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialita’ di pregio famose in tutto il mondo che sostengono anche il flusso turistico. “In pericolo – conclude Coldiretti – ci sono inoltre specialita’ conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp, che nell’insieme rappresentano un patrimonio culturale del Paese, oltre che economico ed occupazionale”. 

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