Smog. Wwf: ci vuole una lotta strutturale

ROMA –  “La lotta all’inquinamento dell’aria deve essere affrontata in modo strutturale e la rimozione delle sue cause deve diventare una priorità delle politiche nazionali e territoriali”.

Così il Wwf Italia dopo i dati diffusi dall’Agenzia Ambientale Europea che stima 467mila morti premature in Europa dovute, appunto, all’inquinamento dell’aria. “Le istituzioni nazionali, regionali e locali hanno ampiamente trascurato il problema negli ultimi anni; ed è dunque necessario agire subito sulle cause e rivedere in senso restrittivo e preventivo i limiti di emissione a livello europeo e nazionale, nonché attuare politiche severe e di sistema a tutti i livelli”, spiegano gli ambientalisti. “E’ inoltre fondamentale tutelare e incrementare la ricchezza della natura nelle aree urbane, vere e proprie ‘Green Infrastructures’ capaci, tra l’altro, di intercettare il particolato e di mitigare quindi l’inquinamento e di proteggere le comunità umane dagli effetti devastanti del cambiamento climatico – afferma il Wwf – Le città devono essere sempre più ‘naturalizzate’ e devono essere sempre meno preda di strutture energivore e inquinanti”. 

“Gran parte della popolazione europea è esposta ai rischi, e altrettanto lo sono gli ecosistemi – continua il Wwf – l’impatto dell’inquinamento influenza direttamente la vegetazione, nonché la qualità delle acque e del suolo, nonché dei servizi ecosistemici che sostengono e che sono fondamentali per il nostro benessere e la nostra salute. Occorre quindi affrontare con decisione le cause: traffico, centrali termoelettriche (in primis quelle a carbone), agricoltura, riscaldamento domestico, inceneritori”. “L’aspetto più sorprendente – rimarca infine l’associazione – è il fatto che l’Italia si attesti su livelli di inquinamento alto, quasi sempre tra i Paesi peggiori insieme ai Paesi dell’Europa orientale, che però utilizzano normative relativamente più recenti, nonché più recalcitranti ad abbandonare produzioni molto inquinanti, come le centrali a carbone. Addirittura, nel nostro Paese le morti premature attribuite al PM2,5 sono ben 66.630, la cifra più elevata in termini assoluti”. 

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