Si può vivere senza scienza?

Ne discutono scienziati, teologi e filosofi nel convegno organizzato da SEFIR Scienza e Fede sull’Interpretazione del RealeArea di ricerca interdisciplinare costituita presso l’ISSR Ecclesia Mater, in programma a Roma dal 2al 4 marzo nell’Auditorium Antonianum in Viale Manzoni 1

 L’opinione pubblica italiana non ha sempre un atteggiamento amichevole verso la scienza. Da una parte la scienza (spesso confusa con la tecnologia o con la medicina) dovrebbe risolvere ogni problema (con la cura giusta, tramite una macchina innovativa, un algoritmo, una formula, ecc.). Dall’altra si ipotizzano commistioni oscure fra scienza e potere, al punto da immaginare che certe bufale che girano on line siano oro colato e che gli scienziati le contraddicano a vantaggio di imprecisati poteri forti.

La scienza è al contrario una pianta gracile, difficile da far crescere, alla quale è facile causare un danno grave. Per questo  SEFIR – Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale ha ritenuto opportuno proporre ad alcuni relatori di approfondire la domanda cruciale “Si può vivere senza scienza?

Giovedì 2 marzo, nel pomeriggio, il noto giornalista Luciano Onder con la sua relazione sulle rappresentazioni della scienza nella televisione italiana ci aiuterà a capire quali siano (e quali siano stati) gli effettivi sentimenti dei cittadini.

Il filosofo Sergio Galvan con la sua relazione “La scienza tra ragione forte e pensiero debole”, affronterà come possa prosperare una scienza che desidera fornire contributi di “verità” in un momento storico di pensiero debole.

Venerdì 3 marzo, la mattina è dedicata a due specifiche “minacce” per la scienza contemporanea. La prima mette a confronto Giovanni Pistone, matematico affermato, esperto di statistica, con Francesca Dell’Orto, una giovane filosofa e proviene dal diffondersi dell’idea che gli algoritmi, con cui si trattano le grandi masse di dati, possano agire ricavando in automatico informazioni utili e sensibili, a prescindere dall’esistenza di un modello scientifico.

La seconda minaccia – di cui parlerà Giovanni Iacovitti, docente di Ingegneria – proviene dal diffondersi dell’idea che lo sviluppo tecnologico possa sostenersi da solo, senza ricorso alla scienza.

Venerdì 3 marzo nel pomeriggio Silvano Tagliagambe, filosofo della scienza affronterà le dimensioni umanistiche della scienza.

Seguirà un dibattito aperto a tutti per mettere a fuoco il rapporto tra scienza e promozione umana.

Sabato 4 mattina Andrea Toniolo sposterà l’attenzione su un concetto di scienza più ampio, che includa anche il sapere della fede cristiana, che non può fare a meno della scienza teologica. Grazie all’aiuto di Irene Kajon si indagherà anche il punto di vista su sapere e scienza di quell’ebraismo nel quale affonda le sue radici il cristianesimo.

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