Morti sul lavoro. “Fermiamo questo bollettino di guerra”

FIRENZE – Ieri sono morti 5 lavoratori, di cui 4 operai: uno alla Coop di Scandicci (FI) schiacciato da un muletto, uno a Chivasso travolto da una betoniera, uno ad Asti le cui cause di morte sono ancora da chiarire, e un operaio di 21 anni a Bolzano. Inoltre è morto un agricoltore di 45 nel potentino, schiacciato da un trattore.

Spesso accade che molti morti sul lavoro siano dipendenti di ditte esterne, e le aziende non perdono tempo a fare come Ponzio Pilato, e a dire che non erano dipendenti della loro ditta, in modo da lavarsene le mani.
Molto probabilmente queste ennesime morti sul lavoro, andranno a finire nella notizie “in breve” dei quotidiani e nei titoli di coda dei tg o gli dedicheranno un piccolo trafiletto o peggio, come accade, non se ne parlerà neppure, perchè la verità è che le morti sul lavoro non fanno più notizia: è la triste realtà quotidiana, che molti accettano con normalità, come tragica fatalità, come morte bianca e come incidente sul lavoro.
Non bisgona rassegnarsi a questa  realtà, bisogna trovare la forza di indignarsi, rifiutandosi di accettare questo triste bollettino, che fa più morti di una guerra.

Queste non sono “morti bianche” come ancora tanti, troppi giornalisti, politici, sindacalisti le chiamano, ma sono dei veri e propri omicidi sul lavoro,  perchè quando c’è una morte sul lavoro, c’è sempre una responsabilità e non tragiche fatalità.
Nei luoghi di lavoro spesso non vengono rispettate neanche le minime norme di sicurezza, ed i mezzi d’informazione hanno il dovere morale di parlarne sempre.
Come sempre le solite frasi di circostanza (le lacrime di coccodrillo) si sprecheranno da parte del mondo politico e sindacale. Tuttavia non è più il tempo delle parole, è necessario che si facciano I FATTI, perchè vengano fermate le stragi sul lavoro.

Lo chiedo io come operaio, ma lo chiedono A GRAN VOCE i familiari di tantissime vittime sul lavoro.
L’Inail ci dice che le morti sul lavoro sono in calo, e che nel 2010 sono scese addirittura sotto quota 1000 per la prima volta dal dopoguerra.
Ma i dati Inail sono fortemente sottostimati, e invece di leggere commenti positivi da più parti, vorrei che si iniziasse a prendere questi dati con le pinze.
Perchè quando anche il Presidente dell’Inail Marco Fabio Sartori, dice che circa 200 mila infortuni non vengono conteggiati nei dati Inail sugli infortuni, perchè questi 200 mila infortuni appertengono al sommerso, cioè al lavoro nero, allora significa che c’è ben poco da gioire di questo calo.
Inoltre abbiamo un Governo, che se ne strafrega della sicurezza sul lavoro, infatti quando se ne è interessato è stato solo per stravolgere il testo unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) voluto dal Governo Prodi, con il decreto correttivo (Dlgs 106/09) tanto caro al Ministro del Lavoro Sacconi, che tra le tante cose ha deresponsabilizzato i datori di lavoro e dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti e preposti.
Sacconi è anche colui che ha voluto la vergognosa campagna pubblicitaria “Sicurezza sul lavoro.La pretende chi si vuole bene”, che invece di essere stata rimossa, ancora campeggia sul sito del Ministero del Lavoro:

sul quale abbiamo promosso un appello per chiederne il ritiro immediato: Una campagna che è costata alla tasche degli italiani ben 9 milioni di euro!!!

Vorrei che i mezzi d’informazione riaccendessero i “riflettori” su questo dramma, troppo spesso sottovalutato, perchè non se ne può parlare solo quando ci sono almeno 3 morti consecutivi nella solita azienda o quando ci sono grandi stragi sul lavoro.
Chi ve lo chiede, non è un politico famoso, non rappresenta un Istituzione, è solo un semplice operaio metalmeccanico!!!!

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