Nei Paesi ricchi 1 bambino su 5 vive in poverta’ relativa

ROMA – Un bambino su 5 nei Paesi ad alto reddito vive in poverta’ reddituale relativa, ovvero vive in un nucleo familiare con un reddito inferiore al 60% della media nazionale. E’ quanto emerge dal rapporto Unicef “Costruire il futuro – I bambini e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei Paesi ricchi” che ha preso in considerazione 41 Paesi dell’area Ue/Ocse.

Si rilevano significative differenze fra diversi Paesi: da un bambino su 10 in poverta’ relativa in Danimarca, Islanda e Norvegia si passa a uno su tre in Israele e Romania. In due terzi dei paesi ad alto reddito, il 40% piu’ povero delle famiglie con bambini ha un reddito minore rispetto al 10% piu’ ricco. Questo divario di reddito si e’ ridotto notevolmente in Islanda successivamente alla crisi finanziaria del 2008, mentre e’ aumentato significativamente in Australia, Estonia, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Spagna. Nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito, il divario di reddito fra il 10% piu’ povero della popolazione e coloro che si trovano nella mediana e’ aumentato dal 2008. Circa un bambino su 10 nei Paesi ad alto reddito vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego: questo numero aumenta a circa 1 bambino su 7 in Bulgaria, Ungheria, Nuova Zelanda, Spagna e Regno Unito e a circa 1 su 5 in Irlanda. Un bambino su otto in Paesi ad alto reddito soffre di insicurezza alimentare: cio’ significa che non ha un accesso garantito a cibo sufficiente, sicuro e nutriente. I tassi di insicurezza alimentare tra i bambini variano notevolmente: da 1 su 70 in Giappone a 1 su 3 in Messico e Turchia. Anche l’obesita’ e’ una forma di malnutrizione, e la sua incidenza e’ in aumento, con rare eccezioni, in tutti i paesi. Tutti i Paesi ad alto reddito hanno gia’ ridotto i propri tassi di mortalita’ neonatale al di sotto del traguardo globale di 12 morti per 1.000 nati vivi. La Slovenia ha piu’ che dimezzato il proprio tasso di mortalita’ neonatale tra il 2005 e il 2015. Nei Paesi ad alto reddito, nel 2012, il suicidio e’ stato la principale causa di morte tra i giovani di 15-19 anni di entrambi i sessi, avendo provocato il 17,6% di tutti i decessi. In media gli adolescenti maschi presentano tassi di suicidio tre volte piu’ elevati di quelli femminili, anche se i tentati suicidi tra le adolescenti sono due volte piu’ numerosi che tra i maschi. Le misurazioni delle competenze di base nella lettura, nella matematica e nell’alfabetizzazione scientifica indicano che, nei Paesi ad alto reddito, 1 quindicenne su 3 non raggiunge un livello di competenze basilare. Persino nei Paesi piu’ virtuosi, questa proporzione si assesta a un quindicenne su cinque.

 I bambini migranti privi di documenti sono esclusi dall’istruzione scolastica in Bulgaria, Finlandia, Ungheria Lettonia e Lituania. In media, il 14% degli adulti nei Paesi del campione ritiene che l’istruzione superiore sia piu’ importante per i ragazzi che per le ragazze, seppur con un ampio ventaglio di opinioni: l’idea e’ sostenuta dal 3% degli intervistati in Svezia e dal 32% in Turchia. Alla fine del 2013, le donne rappresentavano il 55% dei diplomati di scuola superiore e il 58% dei laureati con un titolo di primo livello nei paesi OCSE. Nonostante cio’, le donne guadagnano in media il 15,5% in meno rispetto agli uomini e detengono solo il 27,9% dei seggi nelle assemblee legislative nazionali. La frequenza dell’ubriachezza fra gli adolescenti sta diminuendo nei paesi ad alto reddito: in Bulgaria e in Danimarca, nel 2014, il 13% dei bambini fra gli 11 e i 15 anni si era ubriacato almeno una volta nel corso del mese precedente. Un valore 7 volte maggiore a quello del Paese con l’incidenza minore, l’Islanda. Nove degli 11 paesi con i tassi piu’ elevati si trovano nell’Europa centrale e orientale. Le nazioni dell’Europa meridionale hanno generalmente tassi di ubriachezza tra gli adolescenti inferiori alla media. Il tasso di fertilita’ adolescenziale sta diminuendo in tutti i Paesi ad alto reddito. I progressi sono stati particolarmente marcati in Islanda, che ha ridotto il proprio tasso del 63,5% fra il 2005 e il 2015; ma altri 10 Paesi hanno messo a segno riduzioni superiori al 40%. Fra i giovani tra i 15 e i 19 anni nei Paesi ad alto reddito, circa 1 giovane su 13 non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET); la quota di questi giovani inattivi e’ molto piu’ alta in Europa meridionale e in America Latina, i tassi piu’ bassi si riscontrano nell’Europa settentrionale e centrale. Il 6% delle donne europee fra i 18 e i 29 anni ha affermato di essere stata vittima di violenze sessuali da parte di adulti prima dei 15 anni. Danimarca, Francia, Regno Unito e Lussemburgo hanno riportato tutti tassi superiori alla media. Almeno un bambino su 10 nei Paesi esaminati e’ regolarmente vittima di bullismo, con un’incidenza particolarmente elevata nei paesi baltici. La meta’ dei Paesi ad alto reddito studiati non rispetta gli standard di sicurezza fissati dall’Oms per la qualita’ dell’aria urbana; i bambini sono particolarmente vulnerabili a questo tipo di inquinamento. 

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