Gli Italiani e il risparmio

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si celebra oggi a Roma la 94ª Giornata Mondiale del Risparmio, da sempre organizzata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa.

Come ogni anno, alla vigilia della Giornata Acri ha presentato i risultati dell’indagine sugli Italiani e il Risparmio, che da diciotto anni realizza insieme a Ipsos, focalizzata quest’anno sul tema specifico della Giornata: “Etica del risparmio e sviluppo”.

La sintesi così riassume la corposa indagine: gli italiani stanno vivendo una fase di incertezza. Consapevoli di elementi di miglioramento rispetto al passato sperano in una situazione più positiva per il futuro, anche se in maggioranza ritengono che la crisi durerà ancora qualche anno. Più positivi risultano i giovani fino ai 30 anni nel Centro Sud, molto meno i 31-44enni del Nord Est, per i quali si registra un calo di fiducia. In questo contesto la tensione al risparmio rimane molto forte, con segnali di ulteriore rafforzamento, soprattutto in un’ottica cautelativa. Cresce anche il valore sociale che al risparmio viene attribuito: l’80% degli italiani ritiene, infatti, che sia utile per lo sviluppo sociale e civile del Paese. In un presente che appare complesso e contraddittorio, le scelte di consumo diventano più guardinghe e accorte, frenando la tendenza al recupero dei consumi che si era registrata negli ultimi anni. Le prospettive dell’Italia sembrano fortemente legate all’Europa: se da una parte è forte la delusione per i progressi del processo di unificazione europea (il 53% ha una bassa fiducia), dall’altra ancor più che in passato si ritiene fondamentale la scelta europeista del Paese (il 66% ritiene che l’uscita sarebbe un danno per il Paese, in crescita rispetto al 61% del 2017; chi ritiene l’uscita un vantaggio scende dal 17% al 14%). Allo stesso tempo sempre più italiani sono convinti che – in una prospettiva di medio periodo – rimanere nell’euro sia la scelta più idonea (il 56% ritiene che sarà un vantaggio, contro il 29% che preferirebbe non avere l’euro in futuro).

Il 2018 appare un anno di attesa per gli italiani che appaiono sospesi in un equilibrio precario. 

Aumentano le famiglie che non hanno avuto nessuna difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita (sono il 37%, erano il 35% nel 2017, il 32% nel 2016) ma anche quelle che dichiarano di essere state colpite direttamente dalla crisi riguardo al lavoro: nel 2017 erano il 19%, nel 2018 salgono al 24%.

Questa, unita ad altre incertezze, si riflette anche sulle decisioni di risparmio e di consumo: l’86% degli italiani, come lo scorso anno, vuole risparmiare, ma una percentuale del 38% non vive tranquilla se non riesce a risparmiare.

Le scelte di consumo sono ancora più guardinghe e accorte. 

L’indagine Ipsos ha suddiviso il campione in 4 classi: con tenore di vita migliorato, peggiorato, per cui è stato relativamente facile mantenerlo e per cui è stato relativamente difficile mantenerlo. Ad esse è stato sottoposto un ventaglio di categorie merceologiche e chiesto di indicare il livello del loro consumo. Quasi tutte (vestiario, telefonia, medicinali)     presentano risposte non uniformi tranne due.

Per “lotterie e giochi con denaro” e “cinema, teatro, concerti tutte le quattro classi hanno indicato il consumo come “molto diminuito”.

Mentre la scelta di spendere meno in giochi d’azzardo non può che essere salutata positivamente, la dichiarata diminuzione di consumi culturali deve far attentamente riflettere specie se paragonata al settore “telefonia” il cui consumo è indicato sostanzialmente in aumento da ogni “classe” Ipsos. 

Bene infine che una percentuale in crescita di italiani attribuisca valori educativi e sociali al risparmio ritenuto utile per educare le giovani generazioni e per lo sviluppo sociale e civile del Paese.

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