Darfur. Rapito un operatore di Emergency

ROMA – Un operatore di Emergency, Francesco Azzarà, calabrese di 34 anni, è stato rapito ieri a Nyala, capitale del Darfur, regione meridionale del Sudan. Lavora come logista nel Centro pediatrico che la ong ha aperto lo scorso anno nella città.

Uomini armati lo hanno prelevato mentre in auto si stava dirigendo in aeroporto. «Ci sono delle piste», ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ma «il riserbo è necessario» per poter lavorare, «capire le dinamiche, chi sono i responsabili del rapimento e ottenere la rapidissima liberazione del nostro connazionale». «Non ce lo aspettavamo – ha commentato Gino Strada, fondatore di Emergency – e stiamo cercando di capire il perchè, ma non c’è un motivo razionale. Il team di Emergency a Nyala è stato sempre visto con tanto affetto, gestisce l’unico centro pediatrico che fornisce cure gratuite». L’operatore, ha aggiunto, «era in macchina con altri due colleghi. Lui era l’unico internazionale. L’auto è stata circondata da gente armata che l’ha fatto scendere. Al momento non abbiamo avuto alcun contatto con i sequestratori». Frattini, da parte sua, ha informato che non è arrivata alcuna rivendicazione. Sul caso sta indagando la polizia locale. I sospetti sembrano appuntarsi su tre persone che lavoravano nel centro di Emergency, ma ne erano stati recentemente allontanati o sanzionati e covavano quindi del risentimento: si tratterebbe di una guardia, un amministratore ed un medico, già identificati. L’Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (Unamid) e in coordinamento con l’ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le autorità locali per una soluzione della vicenda. È stato inoltre chiesto il silenzio stampa per facilitare la liberazione del connazionale. «La Farnesina – ha detto il cognato dei Azzarà- ci ha assicurato che si sta facendo tutto il possibile e siamo fiduciosi, anche se la preoccupazione è tanta».

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