Bagnasco a Todi: vita umana e matrimoni etero, «principi non negoziabili»

ROMA – Si è aperto questa mattina a Todi il Forum delle associazioni cattoliche. Di fronte ad una platea di una cinquantina di partecipanti, il card. Angelo Bagnasco ha sottolineato l’importanza dell’impegno sociale da parte dei cristiani, affermando che «se per nessuno è possibile l’assenteismo sociale, per i cristiani è un peccato di omissione», aggiungendo che «la Chiesa non cerca privilegi, né vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione, ma deve poter esercitare liberamente questa sua missione».

Credere alla buonafede del presidente della Cei ci si può provare, anche se diventa esercizio azzardato, essendo infinite (come le vie del Signore) le prove di una concentrazione di ‘stati di grazia’ pro bono ecclesia, che vanno dal 5×1000, all’Ici sugli immobili, alla fornitura di acqua per la Città del Vaticano, per citarne soltanto alcuni.

Quanto agli “ambiti estranei alla sua missione” dovrebbe essere più preciso nel circostanziarli, per capire se i contanti e le obbligazioni derivanti dalle tangenti di “mani pulite”, o la sottrazione delle somme lasciate per le messe dei defunti dai fedeli, o se i conti correnti intestati a fondazioni benefiche inesistenti, denominate beffardamente ”Fondazione per i bambini poveri”o “Lotta alla leucemia”, come ben documentato in “Vaticano S.p.A.” di Gianluigi Nuzzi, si debbano ritenere più ‘core business’ che ‘mission’, con buona pace del clero che conta.

Ma l’intervento di Sua Eminenza all’incontro umbro ha contemplato anche altre tematiche, particolarmente delicate e indicative sulla distanza incolmabile tra precetti della Chiesa e pensiero laico.

Pensare e dire che «i cristiani sono diventati nella società civile massa critica, capace di visione e di reti virtuose, per contribuire al bene comune» escludendo tutti gli altri è un’infelice affermazione presuntuosa che obbliga a ricordare che non sia prerogativa dei cristiani contribuire al bene comune; anzi, molto spesso è facile osservare grandi gesti di solidarietà da parte di chi cristiano non è, pagati anche con la vita, od opere di bene istituite da organizzazioni laiche, che di dio non vogliono neppur sentir parlare. Fatti, questi, che non si possono trascurare, per non commettere “peccato di omissione”.

Quando viene sottolineato che «la sapienza della croce che ha ispirato e sostenuto, nelle diverse epoche, la presenza dei cattolici nelle istituzioni pubbliche e nel tessuto sociale del Paese; che ha contribuito in modo determinante a costruire l’anima dell’Italia prima ancora che l’Italia politica» il card. Bagnasco (forse) dimentica che non sia tanto un merito della “sapienza della croce” quanto la presenza della più concreta Santa Inquisizione storica, prima, e metaforica, poi, a non permettere, ancora ai giorni nostri, ai laici onesti e competenti, di accedere così agevolmente a quelle istituzioni pubbliche tanto care e comode alla Chiesa del cardinale. E chissà se l’Italia, oggi, sarebbe migliore!

E in un’occasione come questa, l’alto prelato non poteva esimersi dal ricordare, cum summo gaudio del ministro Giovanardi, la posizione clericale nei confronti degli omosessuali con quel «suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio», riferendosi alla “vita umana”, definita, insieme al matrimonio, alla famiglia e alla libertà religiosa ed educativa, principio non negoziabile.

Ma particolarmente superficiale e avventata rimane la dichiarazione che l’assenza di una dimensione religiosa possa creare «una società incapace di pensare e tanto più di attuare il bene comune, scopo della società giusta», rifiutando altresì la pretesa «di confinarla nella sfera individuale come una questione priva di valenza pubblica, magari con la motivazione del primato della testimonianza silenziosa puntiforme o della neutralità rispettosa » declinando l’uomo «sotto l’imperio di logiche illiberali, e diventa preda di poteri ridenti ma disumani».

Ad ogni modo, il principio di laicità «inteso come autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiastica, è un valore acquisito e riconosciuto dalla Chiesa e appartiene al patrimonio di civiltà», per cui i laici possono stare tranquilli: «non c’è motivo di temere per la laicità dello Stato». Ora che la sua comunità eretica sta diventando forte e numerosa.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe