Primavera araba senza democrazia

MILNAO – In Egitto il movimento integralista dei  Fratelli Musulmani si rafforza ovunque, fonda associazioni, si infiltra nella politica, nella cultura, nei media. In Libia il nuovo governo ha deciso di introdurre la Sharia. 

In Tunisia ha vinto le elezioni il Partito Islamico Ennahdha di Rached Ghannouchi: una costola viva dei Fratelli Musulmani. Ovunque tornano le terribili leggi islamiche e le donne sono le prime a farne le spese, perché i loro diritti civili vengono azzerati ovunque. Se ne parla e scrive poco. Chi lo fa, come il periodico satirico francese Charlie Hebdo, viene intimidito, minacciato di morte e – se non si piega – colpito da ordigni esplosivi, come è accaduto proprio stanotte alla sede del Charlie Hebdo. E’ questo il risultato della “primavera araba”? E se la risposta è affermativa, a nessuno viene in mente di chiedersi perché le rivoluzioni nel nordafrica sono state universalmente presentate come moti popolari in favore della democrazia e dei diritti civili?

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